Il secondo weekend di ottobre, il primo dall'approvazione del nuovo DPCM, vede la movida nuovamente contingentata, un amaro ricordo del post lockdown che gli italiani pensavano di essersi lasciati alle spalle.
Comincia il secondo weekend di ottobre: i tre giorni più attesi della settimana, nei quali poter riposare la mente e riprendersi dallo stress quotidiano del lavoro. Il fine settimana, stavolta, sarà però caratterizzato da alcuni evidenti cambiamenti: tra di essi, l’obbligo della mascherina anche all’aperto, come previsto dal nuovo DPCM del 7 ottobre.
I contagi da Covid-19, infatti, sono aumentati esponenzialmente: ecco perché si sta cercando in ogni modo di correre ai ripari, senza ricorrere ad un ulteriore lockdown, dei cui traumi gli italiani e il Belpaese tutto ancora risente, a sei mesi di distanza.
I fine settimana di svaghi e divertimento, dunque, subiranno maggiori controlli dalle forze dell’ordine, ancor di più mobilitate per far sì che ognuno rispetti gli obblighi imposti. L’aria torna a farsi più pesante, l’ambiente più contingentato: ricorda quasi il periodo post lockdown, quando si era liberi d’uscire di casa, ma con moltissime precauzioni.
La città di Catania, celebre per la sua movida notturna, comincia già a sperimentare le prime strette. Con malumore, secondo quanto riportato in un’intervista de La Sicilia, in cui un ragazzo racconta di aver ricevuto una multa da 280 euro, assieme ad un suo amico, dopo che “ero seduto al tavolo del Vermut, ho visto un mio amico passare e l’ho salutato. Lui si è avvicinato, ma senza superare il recinto che delimita la zona dei tavoli, io sono rimasto seduto e abbiamo cominciato a parlare. Subito tre poliziotti in borghese ci hanno chiesto i documenti, accusandoci di non aver rispettato il metro di distanza e controllando se nel registro delle prenotazioni ci fosse il mio numero di telefono”.
Proprio per questo motivo, anche il locale è stato multato, come raccontato dallo stesso titolare, che dopo aver preso ogni precauzione corretta per far sì che un incidente simile non accada nuovamente, ha spiegato che: “nei nostri spazi, sia all’interno che all’esterno, è già obbligatorio l’uso della mascherina quando non si è al proprio tavolo. […] Quando vedremo qualcuno senza mascherina sicuramente lo inviteremo a indossarla, ma non possiamo obbligare nessuno perché non è compito nostro controllare gli avventori. Anzi, speriamo in un aiuto da parte delle forze dell’ordine”.
Ad Ortigia, la titolare del locale Tinkité ha deciso di chiudere, per poi riaprire a marzo: “la situazione a Siracusa è pesante in un posto come Ortigia, dove ci sono più complicazioni che soluzioni, soprattutto quando non c’è turismo e restano solo pochi siracusani che si dividono male tra i tanti locali che ci sono qui. […] Mantenere le distanze significherebbe uscire meno tavoli e avere meno clienti. Ci rivedremo a marzo […]. Bisognerà essere pronti al cambiamento e disposti ad adattarsi alle novità che ci impongono”.
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