Categorie: Attualità

Scienziati contro il lockdown: sì all’immunità di gregge per i giovani

No al lockdown, sì all'immunità di gregge per i giovani: lo sostiene una petizione da parte di alcuni scienziati, che non ritengono utili nuove chiusure.

Per lasciare che i giovani possano sviluppare l‘immunità di gregge, è necessario evitare un nuovo lockdown. Questo è quanto chiedono alle autorità un nutrito gruppo di scienziati, medici e professori universitari in una petizione che è stata lanciata on line e rivolta alle autorità. L’iniziativa, che vede tra i promotori il professor Sunetra Gupta della Oxford University, ha già ottenuto l’adesione di circa 6mila scienziati e oltre 58mila persone non direttamente coinvolte nella lotta contro il Covid.

In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo grandi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche prevalenti sul Covid-19 e raccomandiamo un approccio che chiamiamo ‘Protezione Mirata'”, si legge nel documento che si rivolge principalmente alle istituzioni americane e britanniche. Secondo i promotori della petizione “le attuali politiche di lockdown stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica a breve e a lungo termine. I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale“.

E ancora: “Tenere gli studenti fuori dalla scuola è una grave ingiustizia. Mantenere queste misure fino a quando un vaccino non sarà disponibile causerà danni irreparabili, con danni sproporzionati per i meno privilegiati”. I primi firmatari del documento propongono quindi la loro soluzione: “Fortunatamente, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che la vulnerabilità mortale da Covid-19 è più di mille volte maggiore negli anziani e negli infermi rispetto ai giovani. Per i bambini, il Covid-19 è meno pericoloso di molti altri eventi, compresa l’influenza. Con l’aumento dell’immunità nella popolazione il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge e che questo può essere aiutato da (ma non dipende da) un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge“.

L’obiettivo, spiegano, “è quello di consentire a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la propria vita costruendo l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo meglio coloro che sono a rischio più alto“.

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