“Anche a Catania in un aula i plichi sono arrivati spacchettati, non con il cellophane, e abbiamo iniziato 20 min dopo”, inizia così la denuncia di una studentessa della quale non faremo il nome per rispettare l’anonimato.
“Io mi trovavo edificio 5 settore E – spiega la candidata ai test di Medicina svoltisi a Catania –, dove la commissaria ha chiesto due VOLONTARI per rimanere il pomeriggio (dunque niente sorteggio, mentre l’anno scorso sono stato sorteggiati) e due ragazze si sono subito offerte volontarie. Dopo di che un altro commissario, insieme alle due ragazze, è sparito andando in un’altra aula per poi tornare intorno alle 12:15 circa, quindi dopo l’inizio ufficiale del test”. I test di Medicina, infatti, come stabilito a livello nazionale all’interno del bando, sarebbero dovuti iniziare alle 12:00 in punto, in modo da consentire a tutti gli studenti di partire dallo stesso punto di partenza.
Il ritardo sull’orario di inizio della prova non costituirebbe l’unica irregolarità rilevata. Come già segnalato da Consulcesi in riferimento ad altri atenei, anche a Catania i plichi sarebbero già stati spacchettati prima dell’inizio della prova, malgrado i test fossero chiusi singolarmente.
“I test erano singolarmente chiusi in ogni busta, ma i test in totale erano già stati spacchettati e in disordine – dichiara a tal proposito l’aspirante medico -, tant’è che una ragazza ha chiesto: ‘perché i plichi sono aperti?’ e la ragazza volontaria ha detto ‘li hanno aperti davanti a noi, tutto a posto” o una cosa simile. La prova è iniziata alle 12:22 e abbiamo finito alle 14:02″.
Infine, malgrado la scelta di svolgere i test di Medicina nei locali dell’Ateneo, ci sarebbero state delle difficoltà nel rispettare le norme anti-Covid: “I distanziamenti assenti, tra una persona e un’altra c’era UN SOLO posto di distanza (molto meno di un metro quindi, calcolate il posto di una sedia)”.