Nell’ultimo mese si è potuto notare un aumento dei contagi in Sicilia in maniera elevata, tanto da far arrivare l’Isola alla prima posizione come regione italiana con indice Rt più alto. Questa situazione ha portato molti ad interrogarsi sulla natura di un tale incremento e le spiegazioni sono state diverse: dalla più movimentata vita sociale rispetto all’inverno, all’aumento dei casi asintomatici nei pazienti più giovani, i quali quindi diventano spesso portatori inconsapevoli del virus.
Tuttavia, l’attenzione è caduta anche sulla questione migranti, dato l’incremento di sbarchi avvenuto negli ultimi mesi dopo il rallentamento che ha caratterizzato il periodo del lockdown. In molti hanno infatti pensato che l’aumento dei casi in Sicilia fosse dovuto all’arrivo dei migranti, soprattutto quando in un solo giorno si sono registrati ben 89 casi positivi nell’isola, dei quali 71 erano persone sbarcate clandestinamente e meno di 20 casi autoctoni.
A focalizzare ancora più l’attenzione sulla questione migranti è poi stata l’ordinanza emanata dal Presidente Nello Musumeci relativamente alla chiusura degli hotspot per migranti in Sicilia, seguita da una circolare dell’assessore Razza. Ad ogni modo, questa non sembrerebbe essere una competenza della regione ma riservata allo Stato, anche se Musumeci ha sottolineato come la sua non sia una sfida al Governo, quanto più la tutela della salute delle persone presenti sul territorio siciliano.
Sebbene la questione migranti sia la principale attiva in Sicilia al momento, un’analisi più accurata dei dati dimostrerebbe che, escluse giornate come quelle dei 71 casi positivi tra i migranti, la maggior parte dei contagi in Sicilia ha tutt’altra origine. Infatti, sembra che nel totale siano più i siciliani contagiati sul territorio o rientrati da vacanze in Italia o all’estero e secondo quanto affermato dal presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, i migranti inciderebbero solo relativamente sui conteggi, dato che il 3-5% di essi risulta positivo. Sono invece, a seconda delle regioni, dal 15 al 40% i casi importati da italiani rientrati da vacanze. A conti fatti, nello scorso fine settimana, solo il 28,3% dei nuovi casi è relativo a persone provenienti da Stati esteri.
Bisognerebbe quindi fare maggiore attenzione ai risultati dei dati, e sensibilizzare i cittadini sulle dovute questioni e per le corrette motivazioni, invitando a mantenere i comportamenti anti-contagio anche quando si è in vacanza e a valutare quanto effettivamente la rinnovata emergenza di sbarchi dei migranti possa essere collegata all’aumento dei contagi in Sicilia.