Il commissario Montalbano tornerà in onda il prossimo anno con un nuovo episodio. Ma quale sarà, dopo, il destino di una delle serie più amate in Italia?
La nuova storia già girata, “Il metodo Catalanotti”, sarà trasmessa nel 2021 come previsto dai palinsesti Rai presentati ieri e si spera che non sia l’ultima. Si addensano infatti nubi sul futuro di Montalbano in tv, e non ha sciolto il dubbio l’ad Fabrizio Salini neanche in occasione dell’anniversario della morte del papà letterario Andrea Camilleri, di cui è ricorso il 17 luglio un anno dalla scomparsa, mentre arriva sugli scaffali il suo Riccardino (Sellerio), il libro del congedo, scritto nel 2005 e ripreso nel 2016.
“Per il momento non abbiamo nessuna novità specifica sul futuro della serie“, ha spiegato Salini rispondendo ai cronisti. E in verità lo stesso Luca Zingaretti aveva dichiarato, in occasione della messa in onda degli ultimi due episodi di cui aveva in gran parte curato la regia, che voleva riflettere dopo la scomparsa dei tre pilastri della serie: Camilleri, il regista Alberto Sironi e lo scenografo Luciano Ricceri che ha costruito l’immaginario camilleriano in tv. “Ho bisogno di tempo per riflettere“, spiegava l’attore in quell’occasione senza approfondire successivamente, “per sedimentare il dolore e elaborare il lutto, poi deciderò se tornare sul set senza questi amici o finire questa avventura fantastica”.
La serie – prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con Rai Fiction ai tempi targata Andreatta – che ha festeggiato i vent’anni ed è ormai un classico, è uno dei titoli più amati dal pubblico. Oltre un miliardo di spettatori calcolando anche le repliche, numeri da record. L’appuntamento con i nuovi episodi ogni volta è un evento, una festa popolare che si celebra. Montalbano è il testimonial principe non solo della fiction della Rai, ma anche della Rai come tale. Ha segnato uno spartiacque nella produzione della tv pubblica. È un modello di qualità. Con il suo senso di giustizia e la sua pietà umana, questo commissario si immerge nel dolore, rimette ordine nelle cose senza accettare comode verità. E senza nascondersi.
Una certezza intanto la abbiamo: Luca Zingaretti torna a impersonare l’amato commissario di Vigata e firma anche in questo caso la regia, su Rai1 il prossimo anno, con Il metodo Catalanotti tratto dal libro (Sellerio) del grande scrittore scomparso. Per gli ‘specialisti’ l’ultimo autentico Montalbano sarebbe proprio ‘Il metodo Catalanotti’ del 2018, dal momento che ‘Il cuoco dell’Alcyon’, uscito nel 2019, è la riscrittura di una vecchia sceneggiatura per un film mai fatto. Fatto sta che Montalbano è un personaggi che negli anni ha saputo imporsi nell’immaginario collettivo nazionale e internazionale.
Ma ecco in sintesi la storia che vedremo: Carmelo Catalanotti è stato assassinato, una pugnalata nel petto, ma quest’ammazzatina, fosse anche solo per la strana compostezza della salma e lo scarso sangue versato, presenta subito qualcosa di strano.
Presto Montalbano scopre che la vittima era uno strozzino, benché a suo modo equo o almeno non particolarmente esoso. Ma Catalanotti non era solo un usuraio, era anzitutto un fervente e originale artista di teatro, anima e fondatore della Trinacriarte, attivissima compagnia di teatro amatoriale di Vigata.
La Trinacriarte non è una semplice filodrammatica, buona parte dei suoi soci sono letteralmente posseduti, quando non addirittura invasati, dalla passione del teatro; e Carmelo Catalanotti era il guru di cotali adepti, un guru che sapeva essere geniale, ma anche crudele e sadico. Tanto che Montalbano si rende conto che proprio all’interno della sua arte, del suo personalissimo e inquietante metodo, è la soluzione del mistero della sua morte.
A complicare questo non facile caso ci si mette l’incorreggibile Mimì Augello, che nel tentativo di sfuggire al marito cornuto della sua ennesima amante, si imbatte con grande sorpresa in un cadavere. Cadavere che, però, con sorpresa ancora maggiore, non riuscirà più a ritrovare.
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