Rinnovato anche quest’anno l’appuntamento online con le classifiche degli Atenei italiani elaborate da Censis, utile supporto per l’orientamento delle nuove matricole che si apprestano a intraprendere la carriera universitaria.
Questa articolata analisi del sistema universitario si basa su diverse categorie soggette a valutazione, quali i servizi erogati, le borse di studio e in generale gli interventi a favore degli studenti, le strutture disponibili, comunicazione e servizi digitali, livello di internazionalizzazione e livello di occupazione dei laureati delle universitร statali. Inoltre, viene preso in considerazione anche l’indice di gradimento dei servizi di coloro che hanno giร frequentato l’ambiente universitario.
In cima alla classifica dei mega atenei statali (atenei con oltre 40.000 iscritti) troviamo l’Universitร di Bologna con un punteggio di 91.5, subito seguita – come l’anno precedente – dall’Universitร di Padova con un punteggio totale di 88.5;ย al terzo posto l’Universitร di Firenze con 86.2 e al quarto La Sapienza di Roma con un punteggio pari a 85.7.
Per l’Universitร degli studi di Catania occorre scorrere lungo la classifica, visto che si trova in penultima posizione, al nono posto, con un punteggio di 75.5 (in crescita lieve ma non molto significativa rispetto al 2019, in cui registrava un punteggio pari a 74.7) e seguita solo dalla Federico II di Napoli con 72.7 centesimi.
I dati relativi all’ateneo catanese rivelano da una parte un grande indice di efficienza per la strategia di comunicazione e i servizi digitali (punteggio: 91 centesimi) e per le strutture (punteggio: 83) – entrambi settori in netto miglioramento rispetto al 2019 -, dall’altra un riscontro piuttosto basso per borse di studio e soluzioni favorevoli agli studenti (punteggio: 66) e anche per il livello di internazionalizzazione dell’Universitร di Catania (punteggio: 69). Preoccupante, inoltre, che il tasso di occupazione sia diminuito rispetto al 2019, passando da un punteggio di 77 a uno di 73 centesimi, dati che dimostrano – ancora una volta – l’alto tasso di disoccupazione vigente in Sud Italia e le difficoltร riscontrate dai neolaureati nell’inserirsi all’interno del mondo del lavoro.