La sala "Santo Mazzarino" è oggi l'aula magna del Monastero dei Benedettini, sede del Disum. La sua funzione originaria, però, non era questa. Scopriamo la storia di questo luogo.
L’aula magna “Santo Mazzarino” è un po’ il cuore del Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania. Non soltanto vi si svolgono regolarmente lezioni e sedute di laurea, ma è anche qui che vengono accolte per il benvenuto iniziale le matricole, oltre a ospitare numerosi eventi e conferenze.
Non tutti sono a conoscenza, forse, che prima di accogliere studenti e docenti, diventando sede del sapere umanistico catanese, quest’aula era in realtà il refettorio grande, la zona, cioè, in cui i monaci benedettini consumavano i propri pasti. Scopriamo, quindi, la storia della sala “Santo Mazzarino”, oggi aula magna del Disum.
Per meglio conoscere l’identità di quest’area del Monastero dei Benedettini, è utile chiarirne prima la sua collocazione. Spesso, in effetti, capita che essa venga confusa con l’auditorium De Carlo, di costruzione decisamente più recente. Rispetto all’auditorium, in realtà, la “Santo Mazzarino” è posizionata nella zona diametralmente opposta dell’edificio.
Si trova, infatti, al secondo piano del monastero, alla fine del lungo corridoio che conduce anche all’ingresso della biblioteca. Per raggiungerla, è possibile accedere dall’ingresso principale o dal cortile, salendo la scalinata e percorrendo il corridoio centrale.
Prima che centinaia e centinaia di studenti calpestassero il suo pavimento di maiolica, l’aula “Santo Mazzarino” fu sede del refettorio grande del Monastero dei Benedettini. In epoca settecentesca, quindi, i monaci benedettini catanesi gustavano in questo luogo i propri pasti. La sala perse poi la sua originaria funzione quando, nel 1866, si procedette all’esproprio della proprietà, passata al demanio in seguito alle leggi di soppressione degli ordini religiosi.
L’anno successivo l’intero Monastero dei Benedettini venne consegnato dall’ultimo abate, Giuseppe Benedetto Dusmet, alle istituzioni cittadine. Frazionato in più parti, negli anni a venire l’ex edificio benedettino ospitò scuole, caserme e anche il Museo Civico, successivamente trasferito al Castello Ursino. Oggi, infine, accoglie l’aula magna del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
La costruzione del Grande Refettorio, che modificò la precedente morfologia del monastero ad opera di Francesco Battaglia, fu operata da Gianbattista Vaccarini. La realizzazione della sala sacrificò l’originaria simmetria dell’edificio in favore di uno stile grandioso e volto allo sfarzo.
L’accesso all’attuale aula magna è preceduto dall’Antirefettorio, un’ampia stanza di forma circolare, dalla quale si dipartono i due refettori e le cucine. Quest’area del monastero si distingue per la sua particolare decorazione, che vanta colonne tuscanine binate, le quali sorreggono la pesante architrave impreziosita con putti e personificazioni in stucco delle virtù.
Il Refettorio Grande, invece, si presenta maestoso con la sua forma allungata, formando una sorta di rettangolo le cui estremità sono costituite da semicerchi. A impressionale è l’altissima volta, illuminata da molte finestre, caratteristica che la fa somigliare più a una chiesa che a un’antica sala per i pasti.
Lungo tutto il perimetro, l’aula è circondata da una sorta di marciapiedi in cotto siciliano, sul quale erano in origine posizionati i tavoli per i pasti. Al centro della grande sala, invece, di distende uno sfarzoso e abbagliante pavimento di maiolica, restaurato qualche anno fa.
Per quanto riguarda l’immensa volta, l’ultimo affresco sopravvissuto è quello della “Gloria di San Benedetto”, raffigurato al centro dall’artista Giovanni Battista Piparo.
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