Università in pillole

Migliori università italiane: quali sono secondo il QS World University Rankings

Università con migliori retribuzioni
Il QS World University Rankings è una delle classifiche mondiali che ogni anno valutano gli atenei, confrontandoli tra loro in base a dei criteri e una metodologia precedentemente stabiliti.

Nel mondo accademico esistono diversi criteri che possono fare la differenza nella valutazione delle università. Alcuni di questi parametri permettono di stilare delle classifiche includendo anche la maggior parte degli atenei presenti al mondo. Uno tra gli elenchi più attesi è quello del QS World University Rankings, che ogni anno rilascia la propria classifica con le università migliori del mondo valutando diversi criteri quali le opinioni dello staff accademico, degli studenti e ancora il numero delle pubblicazioni scientifiche e citazioni per il singolo ateneo, senza dimenticare il numero di studenti internazionali.  Quali sono, quindi, le migliori università italiane nella classifica mondiale? Quest’anno diverse sono le novità e i passi in avanti nella classifica.

Le migliori università al mondo

Considerando che la classifica prevede l’inserimento di atenei situati in tutto il mondo, ci si potrebbe facilmente aspettare una varietà di paesi tra le prime posizioni. Tuttavia, gli Stati Uniti la fanno da padrone con ben 5 università nella Top 10. La prima posizione è infatti occupata, per il nono anno consecutivo, dal MIT statunitense. Quest’ultimo è seguito dall’Università Standford e da Harvard, confermando un podio tutto a stelle e strisce.

Grande presenza anche delle britanniche, con 4 atenei tra le prime dieci posizioni: si tratta di Oxford, Cambridge, dell’Imperial College di Londra e dell’UCL, rispettivamente posizionate alla quinta, settima, ottava e decima posizione. Unica eccezione presente nel dominio statunitense e britannico è l’ETH di Zurigo, il quale è riuscito a posizionarsi al 6° posto nella graduatoria mondiale del QS.

Migliori università italiane

Per quanto riguarda le italiane, sebbene siano presenti due atenei in più rispetto all’anno precedente, la prima università è il Politecnico di Milano, che si posiziona al 137esimo posto. Analizzando la Top 10 degli atenei italiani, è facile individuare una netta prevalenza di università del Nord del paese: uniche eccezioni la Sapienza di Roma, l’università di Pisa e la Federico II di Napoli, rispettivamente posizionate al 171°, 383° e 392° posto in classifica. Escluse, invece, eccellenze italiane come la Normale di Pisa e la Sant’Anna.

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Nel podio delle italiane, oltre il Politecnico di Milano, si trovano anche l’Alma Mater di Bologna (160° posizione) e la Sapienza. Presenti tra le prime dieci anche Padova, il Politecnico di Torino e Trento, ma le grandi assenti sono le scuole di eccellenza Normale e S. Anna di Pisa. Inoltre, la maggior parte degli atenei italiani non supera la fascia 500 con la loro posizione in classifica.

Le università siciliane

Ma quale posto spetta alle università siciliane? Sfortunatamente, la classifica include solo due università siciliane e quella di Messina rimane esclusa. Non sono ottimi i risultati dell’Università di Catania e di quella di Palermo: entrambe infatti si posizionano nella fascia di classifica 801-1000.

Comparando le due siciliane presenti, è possibile vedere che i risultati sono piuttosto simili. Unict si trova leggermente più in alto per l’attività di ricerca degli ultimi 5 anni, definita dalla classifica come “molto alta” per Catania, mentre Palermo resta senza un risultato. Unipa presenta un maggior numero di impiegati accademici, mentre Unict la supera per numero di studenti, soprattutto quelli superiori alla laurea di primo livello. Infine, anche per numero di studenti internazionali Unict presenta un totale maggiore rispetto a quello di Palermo.

Tuttavia, il risultato di questa classifica è decisamente peggiore per entrambe le università siciliane. Infatti, nella recente graduatoria CWUR 2020 Palermo si era posizionata 570° al mondo e 28° a livello nazionale, mentre Catania si trovava al 456° posto mondiale e alla 20° posizione nazionale.