Mascherine, camici bianchi e cartelli in mano: i laureati in Psicologia si presentano così in piazza Università, decisi ad occuparla con il fine di richiamare l’attenzione ed ottenere quanto richiesto.
Negli scorsi giorni avevamo assistito, nel medesimo luogo, ad una diversa protesta: protagonisti i giovani medici, scesi in piazza per chiedere una riforma del Sistema Sanitario ed un’adeguata formazione post-laurea Oggi, questi lasciano spazio ad un’altra categoria.
Farmacisti e Psicologi italiani, infatti, hanno scelto un momento unico (le ore 11:00) per ritrovarsi nelle maggiori piazze italiane: da Pescara a Salerno, da Milano a Bari e da Bologna a Catania, si organizzano Sit-in lungo tutta la penisola. Secondo le ultime indiscrezioni, a Catania solo gli psicologi sarebbero in protesta: per motivi organizzativi, infatti, nessun presente rappresenterebbe la categoria dei farmacisti.
Ma a quale scopo si protesta? Negli scorsi giorni, i laureati in Psicologia, Biologia e Farmacia avevano scritto una lettera da consegnare ai media, volta soprattutto a rendere il loro tirocinio abilitante. L’impegno, tuttavia, sarebbe risultato vano.
“Il tempo delle parole, della retorica, degli appelli e dei moniti è giunto al termine. Inutili sono state le iniziative mediatiche condotte in queste ultime settimane– si legge insieme alle informazioni sulla manifestazione -. Non siamo stati considerati, non siamo stati reputati degni di ricevere attenzione da parte di chi indirettamente deciderà le sorti di ognuno di noi. Siamo stati considerati #CamiceDiSerieB”.
Gli atti odierni, pronti a soppiantare le parole, servirebbero ad ottenere l’abolizione dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni sanitarie, quali farmacisti e psicologi, e a rendere le lauree abilitanti.
Secondo coloro i quali protestano, infatti, l’esame non aggiungerebbe nulla in più rispetto a quanto acquisito con la laurea e, dunque, risulterebbe inutile. Occorrerebbe sottolineare, poi, che, a causa del particolare momento storico vissuto, il Ministero avrebbe predisposto particolari esami di Stato a distanza: si prevede l’abolizione delle prove pratiche ed il conseguente mantenimento della sola prova orale che dovrebbe essere omnicomprensiva. Teoricamente questo test dovrebbe aver luogo fra circa un mese ma, di fatto, i coinvolti non avrebbero ricevuto adeguate informazioni in merito a contenuti e modalità di svolgimento dello stesso. Un dettaglio, tuttavia, risulterebbe privo di dubbi: i laureati dovranno comunque pagare la tassa prevista, di oltre 400 euro.