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Covid-19, prof. Angelo Vanella: “Non solo vaccino, valutare le alternative”

Il prof. Vanella, ex preside della Facoltà di Farmacia e docente in pensione di Biochimica dell'Università di Catania, offre una riflessione sul tema del COVID-19, facendo luce sulle strade percorribili per trovare una cura.

LiveUnict ospita l’intervento del prof. Angelo Vanella, ex preside della Facoltà di Farmacia e docente di Biochimica dell’Università di Catania, adesso in pensione. Il prof. Vanella offre una riflessione sul tema del COVID-19, facendo luce sulle strade percorribili per trovare una cura:

“Il COVID-19 è un virus che ha camminato in silenzio per molto tempo, senza permetterci di individuarne la presenza. Molti soggetti con un buon sistema immunitario riescono a sconfiggerlo, ma purtroppo i soggetti “asintomatici” riescono anche a trasmetterlo. C’è molta confusione nei dibattici televisivi: mascherine sì o mascherine no? Gli esperti arrivati dalla Cina hanno consigliato di  mettere sempre  la mascherina quando si esce; dopo due mesi è arrivato l’ordinanza con l’obbligo e ogni ospedale ha utilizzato un proprio protocollo terapeutico navigando a vista, senza nessuna coordinazione nazionale.

Dal COVID-19 si può guarire se il contagiato è andato in tempo in ospedale o ha comunicato la sua sintomatologia al medico di famiglia, il quale dovrà consigliare una terapia da seguire a casa con obbligo di quarantena (4 settimane).

Ogniqualvolta che il genoma di un cellula eucariotica si duplica avvengono degli errori di trascrizione che possono essere corretti; il COVID-19 ed il virus dell’influenza sono virus con un genoma ad RNA che muta nel tempo, in quanto sprovvisti di meccanismi di riparazione durante la loro duplicazione; Robert Gallo, virologo di fama internazionale, analizzando il genoma del COVID-19, ha riscontrato che il ceppo Cinese è diverso da quello Europeo e Americano; le mutazioni riscontrate, a carico della RNA polimerasi RNA-dipendente, rendono più contagioso il COVID-19; pertanto ogni anno saremo  costretti a isolare un nuovo virus influenzale o COVID-19 e farne un vaccino, considerando che dietro vi è anche un grande business.

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Utilizziamo una strategia diversa, il COVID-19 può essere sconfitto trovando farmaci che agiscono con diverso meccanismo d’azione:

  • impedendo l’ingresso del virus  nella sua cellula target;
  • interrompendo dentro la cellula ospite una delle fasi del ciclo moltiplicativo. Il virus dell’ebola,con genoma ad RNA, è stato sconfitto con un farmaco noto come Remdesiver, analogo nucleosidico dell’adenina che inibisce la RNA polimerasi RNA dipendente, enzima presente nel genoma virale ed indispensabile per la sua moltiplicazione;
  • inoltre si possono prendere in considerazione degli inibitori delle proteasi virali coinvolte nello svestimento del virus;
  • il meccanismo di ingresso del COVID-19 richiede la complementarietà tra l’antirecettore (Rbd) presente negli spike del virus ed il recettore (Ace2) presente nella membrana citoplasmatica della cellula ospite; questo aggancio è agevolato da una proteasi (Tmprss2) annegata nel bilair fosfolipidico della membrana citoplatica della cellula target di cui già si  conosce un inibitore (Camostat mesylate).

In attesa di trovare farmaci specifici per COVID-19 bisognava, visto l’esperienza Cinese, individuare subito i focolai e procedere all’isolamento del territorio per evitare la contagiosità. I virus della Spagnola (1919), dell’Asiatica (1957), della Sars (2002) non ci hanno abbandonato perché mutati ma non patogeni; a tutt’oggi dobbiamo convivere con il COVID-19 ma con le dovute distanze, esattamente come marito e moglie separate in casa”.