L’emergenza Coronavirus raccontata dal noto programma di Rai 1, Storie italiane. Nel programma condotto da Eleonora Daniele, nella puntata di oggi martedì 24 marzo, è intervenuto il presidente della Regione Nello Musumeci, per fare il punto della situazione in Sicilia e dell’epidemia del Covid-19.
“I problemi di sicurezza sono materia di appartenenze del Ministero dell’Interno: le auto non dovrebbero arrivare a Villa San Giovanni – dichiara il governatore Musumeci che è intervenuto sul caso di ieri notte -. Da 5 giorni è vietato entrare in Sicilia, chi si mette in viaggio sa che trasgredisce alle regole“.
“A Villa San Giovanni i controlli vanno fatti in modo serio, cosa che fino a ieri notte non è stato fatto. In Sicilia possono entrare gli operatori sanitari, i militari e le forze dell’ordine, e i pendolari che devono dimostrare i motivi. Ho richiamato il ministro dell’Interno all’attenzione sulla questione, nella maniera più garbata. Il problema è di ordine pubblico e noi non sappiamo chi entra in Sicilia. Abbiamo il dovere di tenere sotto controllo 5 milioni di siciliani e non sappiamo chi sbarca sia positivo al Covid-19: non possiamo permettere che migliaia di viaggiatori possano mettere a rischio i siciliani” afferma il governatore.
“I traghetti sono passati da 22 corse giornaliere a 4 corse. Il 13 marzo sbarcavano in 2.700, il 17 marzo sono passati a 1.260, proprio per le misure del decreto regionale. Ieri con la mia protesta eravamo a 600 persone tutte autorizzate, il 65% in meno dopo i controlli. Controlli che sono stati effettuati a Messina e non a Villa San Giovanni“.
“Noi in Sicilia abbiamo dato una risposta adeguata al problema – dichiara Musumeci –. Eravamo tarati per l’ordinarietà, non per affrontare il Coronavirus. Oggi la situazione è sotto controllo. Stiamo lavorando ad un piano di contenimento: abbiamo registrato 13 decessi e stiamo cercando di creare nuovi posti letto per la rianimazioni. Nella nostra prospettiva sono 500 i posti da creare“.
“Aspettiamo tutti gli strumenti da Roma: mascherine, ventilatori polmonari e camici mono uso, che dovrebbero arrivare a breve. Abbiamo pensato anche a migliaia di posti letto per i positivi che non hanno bisogno di rianimazione. Se avessimo fin dall’inizio bloccato gli sbarchi e gli arrivi in Sicilia, avremmo forse meno problemi. Abbiamo sottovalutato il problema e sono state fraintese le mie dichiarazioni sul consiglio di non venire in Sicilia. Ma l’Isola si prepara ogni giorno per tentare di fare il massimo per affrontare il Covid-19” conclude il presidente della Regione siciliana.
Al programma è intervenuto anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Marco Falcone, il quale ha fatto da eco al presidente Musumeci. “Le regole vanno rispettate, soprattutto in questo momento in cui si contano migliaia di morte – afferma Falcone –. Abbiamo il dovere di proteggere e preservare la salute dei nostri 5 milioni di abitanti nell’Isola“.
“Noi dobbiamo scoraggiare gli spostamenti. Abbiamo condiviso le decisioni del governatore su limitare gli spostamenti. I campanelli d’allarme della Regione hanno portato il Ministero delle Infrastrutture a limitare il traffico aereo. Infatti, lo spazio aereo siciliano è chiuso; l’unico traffico accessibile è quello proveniente da Fiumicino. Stesse limitazioni per la navigazione via mare, la quale è limitata a chi è autorizzato” dichiara l’assessore .
Anche un altro membro del governo regionale, l’assessore alla Sanità Ruggero Razza, è intervenuto nel programma di Rai 1, confermando le misure per la creazione di 500 posti in rianimazione in tutta la Sicilia. “Il governo regionale ha reso disponibile uno strumento informatico, sul sito della Regione, per registrare i cittadini rientrati da Nord l’hanno fatto in 40.000. Ma molti altri no. La cosa che fa rabbia è che i contagi sono arrivati proprio dai casi non registrati: il caso nella casa di riposo di Villafrati ha portato al contagio di 69 persone” queste le dichiarazioni dell’assessore alla Sanità.