La legge è pronta a punire chiunque non rispettasse le speciali disposizioni al tempo del Coronavirus: tutti i capi di imputazione e le pene da scontare.
L’Italia vive un periodo particolare, arduo da superare senza la collaborazione ed il rispetto collettivi. Le punizioni riservate a chi non osserva le regole potrebbero risultare parecchio dure ma necessarie per fare in modo che nessuno prenda sotto gamba l’emergenza Coronavirus.
Secondo quanto indicato dalla testata Il Sole 24 ore, chiunque manifestasse i tipici sintomi associati al Coronavirus (febbre, tosse e difficoltà respiratorie) ma scegliesse di evitare l’isolamento, rischierebbe di incorrere nell’imputazione per violazione dei provvedimenti dell’autorità ed in un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie.
Nel caso in cui fosse responsabile della trasmissione del contagio e, conseguentemente, del decesso dei contagiati, sul soggetto potrebbe ricadere l’accusa di omicidio doloso: tale colpa andrebbe scontata con almeno 21 anni di reclusione.
La stessa pena si applica a chi ha precedentemente avuto contatti con persone positive al Coronavirus e si ostina a non rinunciare a tali rapporti (sociali o lavorativi).
Tali pene servirebbero a spingere i coinvolti ad informare sempre i propri cari in merito a propri comportamenti irresponsabili: non farlo significherebbe contribuire volontariamente a mettere a repentaglio la salute altrui.
Il mancato avvertimento ed il reato di lesioni superiori a quaranta giorni di malattia è procedibile d’ufficio ed è punito con il carcere da tre a sette anni (si giudica quale dolo eventuale o, almeno, colpa cosciente).
Chi sa di aver contratto il COVID-19 ma evita di indicarlo o, peggio, continua a spostarsi e ad avere contatti con altri soggetti rischia ancor di più. Il dolo che connota questo tipo di comportamento, infatti, risulterebbe volontario: di conseguenza, si potrebbe finire in carcere con l’accusa di tentata lesione/ o omicidio volontario se si entra in contatto con soggetti fragili o a rischio. Nel caso in cui si verificasse la morte dei contagiati, sul soggetto ricadrebbe la colpa di omicidio volontario.
La compilazione dell’autocertificazione, documento necessario per lo spostamento degli italiani, non va sottovalutata. Giustificare gli allontanamenti da casa con un falso motivo significa non attestare il vero di fronte ad un pubblico ufficiale: in questo caso, la legge punisce con un periodo di reclusione che potrebbe oscillare dai 12 mesi ai sei anni. È previsto l’arresto facoltativo in flagranza e la procedibilità è d’ufficio.
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