La Chiesa Ecumenica non è una delle ultime trovate. Infatti, l’ecumenismo, movimento da cui trae origine, risale al periodo dell’anno Mille: la parola ecumenismo è una delle più usate dai papi del ‘900 e del nuovo secolo. L’etimologia, infatti, è οἰκουμένη (oikuméne) che letteralmente indica “ciò che è abitato”, quindi la Terra e la terra. Rispetto alla Chiesa romana, la Chiesa Ecumenica appartiene alle altri correnti cattoliche indipendenti, come gli ortodossi e i protestanti, che non sono subordinate alla giurisdizione del Vaticano. Solo dopo gli anni ’90 dello scorso secolo, questa realtà religiosa comincia ad affermarsi come vera e propria Chiesa per via di molti sacerdoti che aderiscono al movimento, perché si sente sempre di più l’esigenza di rinnovamento spirituale e ideologico. Se n’è sentito parlare poco e al momento la comunità ecumenica si divide tra Ragusa e Catania.
Le novità e le differenze sostanziali con la Chiesa Cattolica Romana sono poche ma qualitativamente tante. Il ruolo della donna all’interno della Chiesa, ad esempio, è diverso: le donne possono ambire al sacerdozio e successivamente al vescovato e possono sposarsi. Il matrimonio è ammesso anche per i preti e i vescovi di sesso maschile. Cambia anche il punto di vista sull’omosessualità che viene accettata liberamente. A differenza di quanto siamo abituati, al suo interno la carica più alta è il vescovato in ordine gerarchico, dunque non vi è un papa o un patriarca.
Il percorso di studi e di formazione resta invariato: chi diventa sacerdote, segue lo stesso cammino di presbiterato e gli studi teologici presso gli appositi istituti. La messa è celebrata come il rito che conosciamo e ogni sacramento viene vissuto e celebrato con fede e semplicità.