La laurea d'epoca di Pasqua Savoca, conseguita il 13 Novembre 1926, costituisce un'importante testimonianza delle condizioni storico-sociali caratterizzanti l'Italia all'inizio del Novecento.
La laurea d’epoca di Pasqua Savoca, nata ad Enna (Castrogiovanni) il 26 dicembre 1901, si configura come un’importante testimonianza storica delle condizioni storico-sociali in cui versava l’Italia all’inizio del secolo scorso.
Il documento risale infatti al 13 Novembre 1926, soltanto 5 giorni dopo l’arresto di Antonio Gramsci operato dai burocrati fascisti e a 12 giorni dall’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri italiano delle “Leggi eccezionali per la sicurezza e la difesa dello stato”, che prevedevano lo scioglimento di tutti i partiti di opposizione, l’istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato e la pena di morte per chi attentasse alla vita del re, Vittorio Emanuele III, e del duce. Viene istituito il confino per gli oppositori politici e gli obiettori di coscienza, vengono soppresse le pubblicazioni di alcuni quotidiani, tra cui l’Unità, Avanti!, La Voce Repubblicana e Il Lavoro. A Napoli viene assaltata la casa di Benedetto Croce, a Cagliari quella di Emilio Lussu, che viene arrestato. A Milano i fascisti devastano la sede della Camera del Lavoro, a Genova danno fuoco alla redazione del quotidiano Il Lavoro.
Pasqua Savoca ottiene la sua laurea in Lettere, dunque, in un periodo di pieno sconvolgimento politico, soltanto l’esordio di quell’epoca “buia” che ha leso per lungo tempo le coscienze italiane. Indiretti rimandi al fenomeno epocale di quegli anni si possono rintracciare anche in alcuni elementi riportati nel documento stesso: il rettore dell’Università di Catania, i primi decenni del Novecento, era, com’è possibile evincere dal testo del documento, Onofrio Fragnito, investito della carica nel 1926 dopo un’analoga esperienza presso l’Università di Siena. L’approvazione della Riforma Gentile, nel 1923, causò non pochi problemi alle piccole Università: “la più fascista” delle riforme, così com’è stata definita da Mussolini, prevedeva la formazione classica e umanistica come unico mezzo di istruzione per formare le future classi dirigenti fasciste, sminuendo quindi le plurali attività cliniche e di laboratorio che Fragnito curava, poiché direttamente derivate dalla sua istruzione originariamente istologica e fisiologica (recita infatti il testo “ordinario di Clinica delle malattie nervose e mentali”).
Quattro particolarissimi elementi contraddistinguono questa laurea d’epoca: lo stemma sabaudo sovrastante il nome di Vittorio Emanuele III; l’antico simbolo della città di Catania con Sant’Agata raffigurata sopra l’elefante; l’arcaico nome dell’università “Siculorum Gymnasium” (Palazzo Università lo reca ancora oggi sulla sua facciata) e, infine, il luogo di nascita della neolaureata, Castrogiovanni, l’antica denominazione araba che la città di Enna mantenne fino al 1927 quando, con il processo di denominazione fascista, che riprendeva dove era possibile i nomi di età classica, fu rinominata Enna. La neolaureata Pasqua Savoca, inoltre, dopo una lunga carriera da insegnante, venne nominata Cavaliere della Repubblica, un riconoscimento che viene attribuito di rado a questa categoria di professionisti.
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