L’Istituto per la BioEconomia del Cnr sarà presto ospitato nella sede del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, in via Valdisavoia. È quanto prevede la convenzione operativa che è stata approvata nei giorni scorsi dagli organi di governo universitari, in attuazione dell’accordo quadro quinquennale vigente tra Ateneo e Consiglio Nazionale delle Ricerche, che impegna i due enti a realizzare forme di collaborazione per lo svolgimento di programmi di ricerca, di formazione anche mediante la realizzazione di dottorati e di attività collegate.
L’iniziativa sarà presentata ufficialmente martedì 14 gennaio alle 10:30, nella ex sala Consiglio del Rettorato (Palazzo centrale dell’Università, piazza Università 2), dal presidente del Cnr Massimo Inguscio, dal rettore Francesco Priolo e dal direttore del Di3A Agatino Russo.
Accogliendo una specifica richiesta del Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Cnr, l’Università permetterà dunque l’utilizzo di alcuni locali del Di3A da parte del personale dell’Istituto per la BioEconomia, al fine di potenziare la reciproca collaborazione nel settore della Bioeconomia che potrà adesso trarre grande vantaggio dalla vicinanza fisica di ricercatori e attrezzature dei due enti.
L’Istituto per la BioEconomia – IBE –, che ha sede principale a Firenze e sedi secondarie a Bologna, Catania, Roma, Sassari, San Michele all’Adige, Firenze, Follonica, Grosseto e Livorno, è nato il 1 giugno 2019 dalla fusione dell’Istituto di Biometeorologia (IBIMET) e dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA), che nel corso degli anni hanno sviluppato competenze e complementarietà nel settore strategico della bioeconomia.
Questa disciplina, inclusiva delle attività che utilizzano bio-risorse rinnovabili della biosfera terrestre per produrre alimenti, materiali ed energia, comprende quindi il comparto della produzione primaria (agricoltura, foreste, pesca), così come i settori industriali di uso e trasformazione risorse, quello agroalimentare, quello del legno, parte dell’industria chimica, delle biotecnologie e dell’energia. Le strategie di sostenibilità ambientale e dell’uso delle risorse, di riduzione degli impatti, del rafforzamento della resilienza e supporto alla mitigazione sono incluse in questa tematica, che ha quindi una forte valenza interdisciplinare.
Una bioeconomia degna di questo nome e collocata in questo momento storico di cambiamento non può prescindere dalla conoscenza dei fattori che regolano la funzione e la sopravvivenza dei sistemi antropizzati, e quindi da meteorologia, climatologia e oceanografia, che costituiscono parte integrante di questo Istituto.
L’Istituto di Bioeconomia si occupa pertanto della definizione di strategie di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti globali, e dello sviluppo di sistemi sostenibili di utilizzo delle biorisorse a scopo alimentare, manifatturiero, edile ed energetico. Studia la produttività primaria degli agro-ecosistemi, la salvaguardia della biodiversità vegetale, l’utilizzo sostenibile del legno e del patrimonio culturale ligneo, lo sviluppo di nuove tecnologie e metodologie per la gestione e la raccolta delle biomasse, per l’agricoltura di precisione, lo sviluppo di modellistica meteorologica, oceanografica e climatologica e di servizi climatici, l’analisi della sostenibilità ambientale dei processi produttivi e dei prodotti e la valorizzazione dei servizi ecosistemici, inclusi quelli del sistema rurale, periurbano e urbano.
Per la natura stessa delle discipline coinvolte, l’Ibe è inoltre fortemente impegnato nelle attività di formazione, comunicazione, divulgazione, engagement, nello sviluppo di metodologie didattiche innovative e nella sensibilizzazione dei cittadini su tematiche connesse alla relazione tra ambiente, rischi, tecnologie e società, sicurezza alimentare.