Università di Catania

UNICT – Tre giornate di studio sul ruolo dell’Isola nel Medioevo

Al Palazzo centrale tre giornate internazionali di studio su “La Sicilia nei secoli VI-X - Dinamiche di poteri e culture tra Oriente e Occidente.

Sin dall’antichità la Sicilia ha sempre avuto un ruolo di primissimo piano nella storia del Mediterraneo. In età medievale, in particolare, l’Isola, a causa dalla sua posizione nel cuore del Mare Nostrum, fu teatro di fitti intrecci politico-militari, religiosi e socio-culturali.

La Sicilia era, infatti, un riferimento obbligato per chi, come la corte di Costantinopoli, i sovrani barbarici occidentali, i musulmani provenienti dall’Ifrīqiya o la Chiesa romana, mirava non solo ad estendere o consolidare il dominio in Italia (lacerata dai conflitti tra Ostrogoti e Bizantini prima, tra Longobardi e Bizantini poi), ma anche nello scacchiere mediterraneo.

Dal 535, anno in cui l’Isola fu sottratta agli ostrogoti, all’827 quando iniziò l’invasione saracena, la Sicilia rimase bizantina. I longobardi non vi penetrarono e il loro progetto espansivo, secondo Paolo Diacono, restò circoscritto alla penisola. Gli echi dell’invasione longobarda, tuttavia, furono tanti, a conferma che lo Stretto tra Scilla e Cariddi univa prima ancora di dividere le sue sponde.

Saranno queste le tematiche affrontate nel corso delle tre giornate internazionali di studio su “La Sicilia nei secoli VI-X – Dinamiche di poteri e culture tra Oriente e Occidente”, che saranno inaugurate giovedì 14 novembre alle 15 nell’aula magna del Palazzo centrale. Nel corso delle giornate, promosse dal dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania, in collaborazione con il Centro Studi longobardi e gli Atenei di Basilicata, Campania, Milano, Salerno e Cattolica del Sacro Cuore, i relatori approfondiranno gli avvenimenti che si susseguirono sul suolo siciliano nella delicata fase di transizione che vide lo spezzarsi della secolare unità politica della penisola italiana, provocata dalla crisi dell’Impero bizantino e dall’apparire di nuovi protagonisti, Longobardi e Arabi, sulla scena dell’Europa nei secoli VI-X.

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Il convegno sarà aperto dal rettore Francesco Priolo, dall’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana Manlio Messina, dall’assessore all’Autonomia e alla Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, dal direttore del dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania Rosa Loredana Cardullo, dal direttore del dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Pietro Cafaro e dal presidente del Centro studi longobardi Gabriele Archetti. Introdurrà i lavori la direttrice del convegno Carmelina Urso, ordinario di Storia medievale del dipartimento di Scienze della Formazione.

La prima giornata sarà dedicata al tema “La Sicilia tra fonti e storiografia”. Copordinati dal prof. Marcello Rotili (Università della Campania), interverranno Pietro Corrao (Università di Palermo), Xavier Barral i Altet (Université de Rennes II e Università Ca’ Foscari), Florian Hartmann e Giuseppe Cusa (RWTH Aachen University), Germana Gandino (Università del Piemonte Orientale), Annliese Nef (Université Paris 1, Panthéon Sorbonne), Lucia Arcifa (Università di Catania) e Bruno Figliuolo (Università di Udine).

I lavori proseguiranno venerdì 15 e sabato 16 novembre, a partire dalle 9.30, nell’aula 1 del plesso edilizio “Le Verginelle”. Le due sessioni di venerdì 15, una di mattina e un’altra di pomeriggio alle 15.30, coordinate rispettivamente dai docenti Biagio Saitta (Università di Catania) e Claudio Azzara (Università di Salerno) saranno dedicate a “Sistemi di potere e territorio” e “Chiesa, forme religiose e società”.

Le ultime due sessioni di sabato 16 – “Economia, città e campagne” (a partire dalle 9.30) e “Contesti linguistici e culturali” (a partire dalle 15.30) – saranno coordinate da Alfio Cortonesi (Università della Tuscia) ed Elda Morlicchio (Università di Napoli L’Orientale.