Dalla M di Matematica alla S di Scienze politiche (in assenza di una facoltà di Zoologia), torna l'appuntamento coi consigli di lettura scelti su misura per ogni corso di laurea, alla ricerca del libro "perfetto" per ciascuno studente.
Cosa rende speciale un libro? A volte ci si sente calamitati da un testo, tanto da sentirsi di esclamare, con Garrick Olivander, il venditore di bacchette nel mondo di Harry Potter, che è il libro a scegliere il lettore, e non viceversa! Altre volte, invece, immediatamente allontanati. Solo questione di affinità? Interessi in comune tra autore e lettore, che si incontrano attraverso il medium del libro? Lo decidano i lettori universitari stessi, a cui è dedicato questo articolo, prendendo una decisione attraverso il secondo elenco dei libri “su misura” per ogni studente, dalla M alla Z.
Il libro della scrittrice giapponese ha per protagonista un professore la cui memoria, dopo un incidente stradale, dura solo 80 minuti. Genio della matematica ormai incapace di prendersi cura di sé, trasmetterà il suo amore per i numeri alla badante che lo aiuta, madre single, e a suo figlio, che ha la testa “piatta come una radice quadrata”. Il mondo del professore è un sentiero in cui inoltrarsi con sempre più passione, malgrado l’iniziale indifferenza (o incomprensione?) per qualcosa di “freddo” come i numeri.
La solitudine dei numeri primi, invece, è un romanzo che non avrebbe bisogno di presentazioni. La storia raccontata da Paolo Giordano è uno dei casi editoriali italiani di più successo negli ultimi anni: fra i numeri primi, divisibili solo per sé stessi e per uno, esistono i cosiddetti “primi gemelli”. Per esempio, numeri come 11 e 13, 17 e 19, in cui solo un’altra cifra ne impedisce la congiunzione, costringendoli alla solitudine. Come Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo: due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario ma destinati a non incontrarsi mai.
“La medicina è la mia legittima sposa, mentre la letteratura è la mia amante: quando mi stanco di una, passo la notte con l’altra”, scrisse l’autore di Il maestro e Margherita a proposito delle sue due passioni. Moglie e amante si trovano per una volta insieme in questa antologia di racconti, vissuti in prima persona dallo stesso autore. L’ambientazione in cui ci si ritrova immersi è una Russia contadina, lontana e superstiziosa. I neo immatricolati in Medicina ricorderanno forse che proprio su Bulgakov quest’anno è stata pubblicata una domanda all’interno dei test. Quale occasione migliore per approfondire la conoscenza di questo autore?
Che sintomi ha chi ha le “farfalle nello stomaco”? Quali rimedi può adottare chi “ingoia il rospo”? Perché alcune persone presentano quel “malfunzionamento intenzionale dell’apparato espressivo” detto “lingua biforcuta”? Il Trattato di Pennisi e di Caldarella può fornire illuminanti risposte a questa e altre domande. In realtà, il libro sarebbe firmato dal dotto Melanio da Colia (un nome un programma, insomma). In questo libro dalle magnifiche illustrazioni vengono trasposte visivamente alcune “patologie emozionali”, di cui si dà allo stesso tempo una descrizione approfondita, tra l’umorismo e il tono semi-scientifico.
Più un saggio che un romanzo, il libro di Carofiglio tratta l’argomento dell’importanza delle parole e del loro valore nella comunicazione, del loro potere creativo o distruttivo sulla vita delle persone. Per farlo, vengono individuati cinque termini chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta. “Le parole sono importanti!”, tuonava Nanni Moretti in “Palombella rossa”. Attraverso le parole è possibile porsi in una prospettiva nuova attraverso cui osservare il nostro mondo. E quale lettore migliore, per farlo, che i comunicatori del domani?
“Cara signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome – scrive un ragazzo alla sua insegnante –. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato tanto a lei, ai suoi colleghi, a quell’istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che “respingete”. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate”. Inizia così un libro scritto ormai più di cinquant’anni fa, ma che ogni aspirante insegnante dovrebbe leggere e fare suo. La paternità del testo è attribuita a Don Lorenzo Milani, ma il libro, come recita l’epigrafe, è stato scritto da otto ragazzi della scuola di Barbiana, aiutati dal loro priore nella stesura, oltre che in classe. Nell’Italia di quegli anni, il diritto allo studio era facoltà di pochi privilegiati, che potevano permettersi di studiare perché non andavano a lavoro. Una situazione in cui possono riconoscersi molti studenti universitari e non.
Nel 1976 un indovino cinese profetizza al famoso giornalista che diciassette anni dopo, nel 93, avrebbe rischiato di morire se avesse scelto di prendere l’aereo. E così, in preda al sospetto, lo scrittore decise di non volare per un anno ma senza rinunciare al suo mestiere di corrispondente, cogliendo l’opportunità di vedere il mondo con occhi nuovi. Spostandosi in treno, in nave, in auto, e talvolta anche a piedi, Terzani racconta l’Asia da una prospettiva spesso ignorata. Ne risulta un libro che è allo stesso tempo romanzo d’avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.
I principi cardine del Judo sono la “massima efficienza” e la “mutua prosperità”. Questa antica arte marziale non è semplicemente un mezzo di autodifesa, né uno sport come tutti gli altri, ma una vera filosofia di vita, applicabile al di fuori del ristretto spazio del tatami, nella vita di tutti i giorni. In tutta la sua vita Kano insistette molto sulla necessità di studiare il vero significato del Judo e di metterlo in pratica. In altri termini, secondo il maestro, occorreva comprendere che il Judo non è altro che una via attraverso la quale si può arrivare a utilizzare nel modo migliore la propria energia mentale e fisica, mettendole al servizio della società.
Le tesi di Huntington sono tra le più discusse della geopolitica negli ultimi anni e influenzano tutte le discussioni di politica internazionale. Per lo studioso americano, conclusa la Guerra fredda, gli esseri umani non si definiscono più in base all’ideologia o al sistema economico, ma cercano di definire la loro identità in base alla propria lingua e religione, alle proprie tradizioni e costumi. Di conseguenza, la politica mondiale si sta riconfigurando secondo schemi culturali. Parole come “tradizioni”, “patria”, “identità” sono sempre più frequenti nel dibattito politico quotidiano. In un mondo diviso per “faglie” culturali che convivenza ci può essere tra civiltà profondamente diverse tra loro, tanto da apparire a volte in aperta contrapposizione?
Per provare a rispondere a questa domanda si consiglia anche il libro di Umberto Eco, un’illuminante riflessione civile contro ogni pregiudizio e intolleranza. Quattro saggi raccolti in un unico volume, due dei quali inediti, che hanno per oggetto il razzismo esplicito e subdolo, l’identità europea e il confronto con altre culture. Temi diversi per un unico obiettivo: sfatare alcune false convinzioni in circolo.
Tornando alla domanda iniziale: cosa rende speciale un libro? Ognuno di noi risponderebbe in modo diverso. Su questo interrogativo si scervellano studiosi, editori, scrittori, appassionati della lettura e persino chi scrive in questo momento. Tutti i libri, se vogliamo, si somigliano: hanno in comune copertina, frontespizio, colophon, poi gli elementi “accessori” che compongono il paratesto: note a pié di pagina, introduzione, nota dell’autore, del traduttore e così via, concludendosi di solito con l’indice e la quarta (che in realtà, più che una conclusione, è spesso la seconda cosa che legge il lettore quando tiene in mano un libro).
Tutti i libri, però, sono allo stesso tempo diversi. Senza parlare del contenuto: formato della copertina, rilegatura, presenza di un risvolto o meno, collana in cui è pubblicato, sono fattori che possono dare un riflesso o un altro persino allo stesso testo. Proprio come in un caleidoscopio, in cui basta un minimo movimento della mano per rendere, attraverso la rifrazione delle lenti, irriconoscibili le figure che prima ci sembravano familiari. E allora, se di movimento della mano si tratta, se a rendere speciale e diverso ogni libro è un gesto esterno, come ruotare un caleidoscopio o girare una pagina, la risposta andrà forse affidata ai lettori, alle mille tipologie, studenti e non, che scelgono d’aprire un libro e cominciare a leggere.
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