“Mafiosi al pistacchio” e “Cosa nostra alla mandorla”: erano questi i due nomi che una nota pasticceria di Taormina – “Roberto”- aveva assegnato ad alcune delle sue specialità esposte e vendute nel proprio negozio. A suscitare perplessità e scandalo è stata la segnalazione sui social fatta da alcuni studenti, probabilmente di passaggio sull’Isola, che avevano espresso non solo stupore ma anche indignazione per il nome dei dolci.
Sensazioni che non hanno tardato a manifestare nemmeno i vertici della giunta comunale di Taormina, a partire dal sindaco Bolognari, che aveva giudicato l’iniziativa irrispettosa e offensiva nei confronti delle vittime della mafia, oltre che insensata da un punto di vista promozionale.
Dopo la polemica le acque si sono calmate tra le parti, anche grazie a un necessario incontro di chiarimento tra l’assessore commercio del comune di Taormina, Andrea Carpita ed i titolari della nota pasticceria, conosciuta in tutta l’Isola (e non solo) per le prelibatezze dolciarie, soprattutto i cannoli. Carpita ha rappresentato in prima persona il sindaco, raccogliendo il dispiacere dei gestori dell’esercizio commerciale in relazione all’accaduto; gli stessi hanno poi dato la loro massima disponibilità a rimuovere i nomi prescelti, precisando che non vi era alcuna intenzione di sfruttare una parola come “mafia” a scopo commerciale.
Dopo l’incontro positivo con l’assessore, i gestori della pasticceria di Taormina incontreranno anche lo stesso primo cittadino, per un ulteriore chiarimento che conferma una necessaria presa di posizione del sindaco, senza dubitare della professionalità e buonafede dei titolari e lontano da un qualsiasi tipo di attacco a livello personale.