Lo scandalo “Università bandita” ha scosso tutto il mondo universitario e non solo quello dell’ateneo catanese, protagonista dell’inchiesta. Come riporta il Sole 24ore, i mezzi per evitare gli errori del passato sui concorsi banditi dalle università sono in fase di definizione. Uno di questi è quello dei controlli a campione che verranno effettuati su alcuni bandi di concorso pubblicati dalle università italiane.
La misura prevede la collaborazione del Miur con l’Anvur, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca, la quale si occuperà della vigilanza e della valutazione su tali concorsi. I controlli che verranno attuati riguarderanno il 10% dei concorsi universitari locali banditi annualmente e scelti a campione. Secondo quanto prevede la misura, il 30 novembre di ogni anno verranno selezionati il numero di concorsi-campione da verificare in quantità pari al 10%. Entro il 28 febbraio l’Anvur procederà con l’invio della relazione complessiva al Miur stesso. Nel caso in cui risultassero delle incongruenze nei giudizi delle commissioni, toccherà al Miur entro marzo chiedere al rettore dell’università coinvolta l’annullamento dell’atto. Tuttavia, i concorsi sorteggiati non saranno gli unici ad essere posti sotto controllo: tutti i bandi per i quali si nutrono dei dubbi sulla regolarità potranno essere verificati sotto richiesta degli interessati.
Lo scopo di tali misure precauzionali è quello di fornire maggiore trasparenza in un mondo in cui, sebbene la meritocrazia e la democrazia dovrebbero essere di casa, queste spesso si rivelano falsi miti. Oltretutto, l’intenzione è anche quella di evitare di “sporcare” la reputazione dell’Università italiana che, come dichiarato dal ministro Bussetti: “è di altissimo livello e che produce laureati che il mondo ci invidia e ci richiede. Con questo decreto ci muoviamo a tutela di chi fa bene e lavora, ogni giorno, per la crescita e il miglioramento del sistema“.