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Nuova sala operatoria al Cannizzaro: saranno possibili interventi di neuroradiologia all’avanguardia

Tali dotazioni consentiranno di praticare innovative e più efficaci metodiche interventistiche nel trattamento dell’ictus in emergenza.

Presso l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania, venerdì 21 giugno dalle ore 16.00, si svolgerà un incontro nel corso del quale sarà presentata la nuova sala operatoria e sarà inaugurato il nuovo angiografo biplanare per interventi di neuroradiologia all’avanguardia. In considerazione della recente attivazione della nuova “Stroke Unit” – struttura di riferimento per il territorio, afferente alla Neurologia – tali macchinari consentiranno di praticare innovativi interventi nel trattamento dell’ictus.

All’evento nel Centro Congressi, dal titolo “Il modello organizzativo del trattamento dello stroke in Sicilia: nuovi scenari”, interverranno: il dott. Salvatore Giuffrida, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania; il prof. Concetto Cristaudo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia, e la dott.ssa Maria Giovanna Pennisi, direttore f.f. dell’UOC di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro; il prof. Salvatore Mangiafico, Direttore della Interventistica Neurovascolare dell’Ospedale Careggi di Firenze, e il prof. Francesco Causin, responsabile della Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova e attuale presidente della sezione di Neuroradiologia Interventistica dell’Associazione italiana di Neuroradiologia. Al termine degli interventi, il taglio del nastro nei locali dell’UOC di Neuroradiologia (F3, piano terra).

L’ictus è un grave problema di salute pubblica che colpisce ogni anno in Italia circa 200 mila persone, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di mortalità, disabilità e costi per il Sistema Sanitario. Dal punto di vista delle innovazioni terapeutiche, negli ultimi anni si è assistito ad enormi progressi sul piano farmacologico e chirurgico che, tuttavia, per essere efficaci, devono essere praticate in una finestra temporale ristretta, generalmente entro 4-5 ore, dall’insorgenza dei primi sintomi. L’acquisizione di nuove tecniche e metodiche neuroradiologiche (trattamento endovascolare), integrate al trattamento medico (trombolisi), può evitare danni permanenti al tessuto cerebrale.

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