Nuovo capitolo a proposito dei concorsi scuola per il 2019: in vista dell’annunciato sciopero generale del comparto scuola, previsto dai sindacati il prossimo 17 maggio, il ministro Bussetti ed il sottosegratario Giuliano hanno convocato i parlamentari della maggioranza del governo a Roma per discutere dei temi e dell’ultime novità in ambito scuola, soprattutto in relazione all’avvio dei concorsi già annunciati: quello riservato a docenti di medie e superiori – 50mila posti per il prossimo triennio – e quello per 17mila maestre e maestri per scuole materne ed elementari, il cui bando dovrebbe essere già in arrivo. Con l’incontro in questione Bussetti ha voluto ribadire le priorità in agenda del suo ministero e confermare il tutto: di fatto, quindi, solo conferme.
Nel frattempo, aumenta a vista d’occhio il numero di cattedre vuote, per via dei pensionamenti della precedente generazione di docenti, molti dei quali non hanno rinunciato alla possibilità offerta da quota 100 per il pensionamento anticipato. Il concorso per medie e superiori, principalmente indicato per questo rimpiazzo generazionale, dovrebbe partire in autunno, con tempistiche molto ristrette, salvo pubblicazione del bando per il prossimo luglio. Comunque vada, il prossimo anno scolastico vedrà l’impiego record dei supplenti, essendosi esaurite le assunzioni dei vincitori del concorso 2016 e quelli appartenenti alle classi di concorso più richieste.
Non si è ancora conclusa, invece, la lunga fase che ha caratterizzato la Buona scuola fin dagli inizi, dalle stabilizzazioni ai concorsi dedicati; ancora incertezze rimangono per i precari di terza fascia, con 36 mesi ed oltre di servizio ma senza abilitazione, che dovrebbero avere semplificazioni proprio nel prossimo concorsone, con una maggiore valutazione del punteggio di servizio ed un percentuale maggiore di posti riservati sul totale di quelli in palio. Date le ulteriori repliche dei sindacati, il ministro Bussetti sta continuando nella mediazione, tentando anche di aumentare ancora i posti loro riservati e proponendo – solo per questa categoria – l’abolizione della prova di preselezione, obbligatoria per i neolaureati, cui si accede mediante i 24 CFU delle discipline psicopedagogiche e didattiche. Queste ultime due opzioni, al momento, rimangono solo come possibilità: a conti fatti, tuttavia, i precari potrebbero spuntarla sui giovani neolaureati in questa prima tornata di assunzioni.
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