La compagnia aerea low cost ha lanciato ieri un "profit warning": il titolo del vettore irlandese è crollato in Borsa perdendo oltre l'8%. Pesanti conseguenze sugli scali periferici con la chiusura di alcune basi e lo spostamento altrove di diversi aeromobili.
Un anno con non poche turbolenze questo 2018 per Ryanair. La compagnia aerea a basso costo irlandese è costretta a tagliare le stime di crescita e la previsione per il bilancio che si chiude a marzo 2019. La perdita prevista si aggira attorno al 12% e ha messo in allarme gli operatori di Borsa.
Se questo crollo sembrava essersi abbattuto pesantemente e in maniera immediata sugli scali periferici – con la chiusura delle basi di Eindhoven e Brema e la conseguente cancellazione delle relative tratte da e per Catania – la società di Dublino oggi ha voluto fare chiarezza.
I voli effettivamente toccati in questa fase sono il Catania-Eindhoven, il Catania-Brema e il Comiso-Weeze. Ryanair ha assicurato che, nonostante alcune cancellazioni necessarie, una serie di voli proseguiranno con aeromobile da altra base e un’altra serie con precise rotazioni invernali.
Il volo Catania-Eindhoven rientrerebbe in quest’ultima ipotesi e dovrebbe – condizionale d’obbligo – quindi proseguire come bisettimanale nei giorni di giovedì e domenica perdendo solo una delle tre frequenze previste inizialmente.
Il Catania-Brema (mediante scalo), invece, non vedrà voli durante la stagione invernale ma riprenderà ad essere operativo da aprile 2019 con tre prenotazioni possibili nel corso della settimana: mercoledì, venerdì e domenica.
Per quanto riguarda la base Ryanair a Dusseldorf Weeze, infine, il ridimensionamento che ha portato allo spostamento di due aeromobili altrove ha come conseguenza il volo da Comiso a Niederrhein in vendita solo per la stagione estiva 2019 come bisettimanale.
A pesare sull’importante calo dei profitti – il primo registrato dal 2014 – il caro-petrolio, ma soprattutto i vari scioperi di piloti e assistenti di volo.
Le tensioni con piloti e assistenti di volo in tutta Europa, Italia compresa, hanno costretto la compagnia a un profit-warning in cui è stato annunciato che l’utile netto sarà tra 1,1 e 1,2 miliardi di euro per l’anno finanziario 2018-2019. Una grave flessione rispetto al quasi miliardo e mezzo realizzato l’anno scorso. In particolare gli scioperi del mese di settembre, che si sono aggiunti ai blocchi di agosto e dei mesi precedenti, hanno messo in allarme i viaggiatori che hanno acquistato un numero minore di biglietti della compagnia per volare ad ottobre.
Oggi Ryanair, per i passeggeri e gli investitori, resta una compagnia che “non fa accordi” e “poco affidabile” a causa delle numerose cancellazioni e gli eccessivi ritardi. Questo comportamento, alla luce di quanto sta accedendo negli ultimi tempi, sembra premiare le dirette concorrenti, deprimendo il titolo irlandese in Borsa: altre compagnie – come easyJet, Transavia e Vueling – tramite accordi con le sigle sindacali, hanno ridotto notevolmente i blocchi e le polemiche. A Michael O’Leary non resta quindi altro che stipulare degli accordi con i sindacati e stringere dei buoni rapporti con questi ultimi al fine di porre conclusione alle proteste e alla crisi del vettore.
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