Diventare dipendenti dello Stato comporta ora nuove regole: la riforma Madia, diventata decreto legislativo nel maggio 2017, ha portato profondi cambiamenti; dai requisiti per l’ammissione fino allo svolgimento degli stessi concorsi, è bene tenere a mente le novità riguardanti i concorsi pubblici.
Si parta già dall’ammissione ai concorsi pubblici: gli aspiranti dipendenti statali avranno differenti richieste nel momento in cui dovranno presentare la propria candidatura, in base alla posizione che dovranno ricoprire e alle loro competenze. Parte della nuova riforma è la richiesta di ciascuna amministrazione di inserire, tra i vari requisiti di partecipazione al concorso pubblico, il possesso della certificazione d’inglese di livello B2, oppure il titolo di dottore di ricerca.
Cambiano anche lo svolgimento del concorso pubblico, ai fini stessi del sostenimento della prova: in caso di un numero elevato di candidati, infatti, si potrà sostenere una prova di preselezione, non più basata sulla memoria del candidato, bensì sui ragionamenti deduttivi, numerici, logici.
Cambia quindi, radicalmente, il sostenimento dei concorsi pubblici: gli aspiranti dipendenti statali troveranno di fronte a sé prove sempre meno “scolastiche” e più basate sulle competenze, ormai irrinunciabili, linguistiche ed informatiche, per garantire un servizio sempre più efficiente da parte della Pubblica Amministrazione italiana.