Catania

Comune di Catania in dissesto finanziario: le delibera della Corte dei Conti

Deliberato il dissesto finanziario del Comune di Catania: l'atto è stato notificato stamattina dalla Corte dei Conti.

La sezione Controllo della Corte dei Conti di Palermo, nell’adunanza del 4 maggio scorso, ha deliberato il dissesto finanziario del Comune di Catania. L’atto è stato notificato stamattina all’Ente. Lo ha reso noto stamattina il sindaco Salvo Pogliese.

Secondo i giudici contabili il ‘buco’ sarebbe di circa 1,6 miliardi di euro e non ci sarebbe la sostenibilità finanziaria per gestirlo. Il Comune, entro i 20 giorni previsti per legge, presenterà ricorso.

Avevamo convocato questa conferenza stampa per rendere conto alla città di quale fosse la reale situazione debitoria del Comune, in attesa che arrivasse il pronunciamento della Corte dei Conti. Che è arrivato questa mattina. La delibera è stata adottata nel corso dell’adunanza dello scorso 4 maggio, ed è un pronunciamento inequivocabile: la Corte ha accertato la sussistenza delle condizioni per il dissesto finanziario del Comune”, ha dichiarato in prima battuta il sindaco Salvo Pogliese stamane a Palazzo degli Elefanti.

La situazione debitoria del Comune, infatti, ammonta a 1.580.078. 603, 99 euro al 15 giugno 2018, così come emerso dopo la ricognizione effettuata in queste settimane dall’assessore al Bilancio e vicesindaco Roberto Bonaccorsi; il dato complessivo fa riferimento ad un debito certificato di 1.247.294.159,53 euro, ai quali aggiungere 332.784.444,46 euro di interessi, arrivando all’importo totale sopra riportato.

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Gravi problemi anche per il tasso di mancata riscossione comunale, con delle entrate accertate delle imposte comunali che sono oltre 60milioni in meno rispetto a quanto previsto, nella misura di 278.260.150 euro, rispetto ai 210.914. 396 euro riscossi: “Se è vero che una parte dell’evasione riguarda coloro i quali non possono pagare – ha dichiarato il sindaco Pogliese – una parte rilevante riguarda coloro che fanno i furbi e non vogliono pagare, e la capacità stessa del Comune di incassare quanto accertato, che in passato è stata uguale a zero“.