Da Palermo in Messico alla scoperta di una delle voci più famose dell’America Latina. È l’ambizioso progetto di Antonio Di Martino (in arte Dimartino) e di Fabrizio Cammarata, due giovani cantautori siciliani che, qualche anno fa, hanno deciso di partire e di mettersi sulle tracce di Chavela Vargas per raccontarne la musica e l’incredibile storia. Da questa straordinaria esperienza, è nato un disco (e un libro) intitolato “Un mondo raro” che attualmente i due palermitani stanno suonando in giro per l’Italia.
Icona omosessuale, amante di Frida Kahlo e musa di Almodóvar, Vargas è stata una delle personalità più dirompenti e affascinanti del Novecento. Costaricana di nascita, si trasferisce in Messico e presto comincia a incantare il Sud America con la sua voce e la sua personalità. Tra litri di tequila e amori travolgenti, la vita di Vargas è contrassegnata da un successo formidabile in ambito artistico ma anche da un incolmabile senso di solitudine e un costante velo di tristezza.
Per raccontarla e portare la sua voce anche in Italia, dove la cantante è pressoché sconosciuta, Dimartino e Cammarata hanno tradotto e reinterpretato in italiano dieci delle sue canzoni più conosciute. Registrate a Città del Messico insieme ai Macorinos, gli ex chitarristi di Vargas, i brani della cantante portoricana sono arrivati anche a Catania grazie a un live estremamente suggestivo tenutosi sabato 7 luglio nella splendida cornice del chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini.
Organizzato dall’Associazione Musicale Etnea e inserito nel calendario di eventi “Porte aperte Unict 2018 – Dialoghi migranti” che per tutto il mese di luglio prevede concerti, incontri e spettacoli negli edifici storici dell’Università di Catania, si è trattato di un incontro emozionante dove musica, narrazione e performance si sono mescolate fino a dare vita a un vero e proprio viaggio metaforico all’interno della vita e dei luoghi di un’artista oltremodo magnetica.
Provenienti da esperienze musicali diverse ma uniti da una solida amicizia e da un’affinità invidiabile, i due siciliani sono riusciti a combinare le loro personalità e le loro voci in un live acustico intenso, genuino e spontaneo come pochi. Dopo i primi brani a introdurre il disco – Non tornerò e Pensami – Cammarata e Dimartino alternano parole a musica, raccontando pedissequamente e appassionatamente le tappe più importanti della vita di Vargas, a cominciare dalla giovinezza in Messico e dall’amore sfrenato per una prostituta, conosciuta a Cuba, a cui la donna dedicò il pezzo Macorina.
Tra il dispiegarsi delle tracce più significative dell’album (Non son di qui, Un mondo raro, Le cose semplici), che trasportano i presenti in un’atmosfera onirica tra Messico e Sicilia, dove le sonorità sudamericane si confodono con accenti palermitani e racconti impregnati di sicilianitudine, i cantautori svelano anche i retroscena più interessanti del viaggio in Messico: un viaggio la cui idea nasce, per caso, in un teatro di Palermo, da una reinterpretazione di Cammarata de La llorona, canzone tradizionale messicana di cui Vargas è stata la principale interprete, e dalla conseguente curiosità di Antonio Di Martino.
“Fra la Sicilia e il Messico ci sono tante cose in comune”, si dirà spesso nel corso della serata per tentare di spiegare il motivo e il senso di questo omaggio a Vargas che, oltre ad essere musicale, è prima di tutto umano. Attraverso una serie di aneddoti puntuali e spesso toccanti, si racconterà infatti la percezione dei due artisti dell’identità messicana e di come Sicilia e Messico, in apparenza così diversi, condividano in realtà moltissime particolarità strutturali: una fra tutte il legame con i morti, un legame che – chi è siciliano capirà – trova le sue basi nella Presenza piuttosto che nell’Assenza e che, spesso, sfocia in una vera e propria “Festa”.
Conclusa la narrazione su Chavela Vargas che, dopo essere scomparsa per oltre vent’anni e poi ricomparsa negli Anni Novanta, morirà in solitudine e in povertà, un breve momento della serata sarà infine dedicato anche alle singole carriere dei due artisti che con due brani – I Calendari per Dimartino e Misery di Cammarata – daranno ai presenti un assaggio dell’enorme diversità musicale che intercorre tra i due ma anche di un immenso talento che, a più livelli, coinvolge la sfera autoriale e quella più strettamente tecnico-musicale.
Con la magistrale reinterpretazione di La llorona di Fabrizio Cammarata e una versione in lingua messicana di Vitti ‘na crozza, suonata e cantata senza amplificatori e microfoni, a gambe incrociate, sugli scalini della fontana del Chiostro, si conclude così una vera e propria full immersion in uno dei Paesi e delle personalità più sensuali, affascinanti e malinconici del nostro mondo. Complici una location invidiabile, un’acustica perfetta e la sensibilità raffinatissima dei suoi interpreti, il live di “Un mondo raro” è una vera e propria perla che lascia senza fiato.