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Musica, che bomba Lorenzo! Jovanotti fa esplodere il palco di Acireale

Tre date siciliane per l'artista romano che ha infiammato il Pal'Art Hotel di Acireale con tre sold out: dai maggiori successi all'ultimo album, un tripudio tra classici e strofe inedite.

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. È impossibile non conoscere il cantautore e rapper più famoso d’Italia, con i tre concerti sold out di Acireale che testimoniano quanto di buono abbia coltivato e fatto in questi tanti anni di carriera.

L’arrivo in Sicilia è stato accolto più che bene con una vendita di biglietti scoppiettante, che hanno portato artista ed entourage a programmare la terza data in una sola settimana, dopo il tutto esaurito fatto registrare nelle prime due date dell’8 e 9 maggio. Se l’attesa si è fatta sentire tra i suoi fans, le altrettante vibrazioni ed emozioni evocate in quasi tre ore corroboranti di concerto hanno appagato i presenti. Sfiancati da balli e salti, la Sicilia ha regalato un tripudio di gioia, cori e applausi che hanno riempito il cuore del 51enne romano, mai domo sopra il palco.

Un artista poliedrico, completo, carico d’esperienza, eclettico: non bastano probabilmente gli aggettivi per descrivere quanto di buono raccontato e proposto in questi anni di cantautorato. Ad Acireale è stato tutto perfetto, dalla bellissima scenografia corredata dai luminosissimi lampadari, sino al palco “animato” che l’ha fatto volare sopra il parterre stracolmo di gente. Acclamato a gran voce  con una ola, il rapper ha da subito scaldato i presenti con Ti porto via con me e Le canzoni, tra i brani più ascoltati e passati dalle radio nazionali, prima di lasciarsi andare con uno dei classici più famosi di sempre: Penso positivo (perché son vivo, perché son vivo, ndr).

Strabiliato il pubblico pagante quando alla fine di Oh, vita!, Jovanotti ha raccontato tanti pezzi di Sicilia attraverso un rap inedito dedicato all’isola: “Non sono siciliano, ma mi ci sento, è forse siculo il sangue che mi scorre dentro!“, ha cantato l’artista romano, toccando tanti nomi cari alla trinacria, da Peppino Impastato al giornalista Giuseppe Fava, a Battiato, Nibali, Bellini, Baudo e ai giudici Falcone e Borsellino, passando per Archimede, Carmen Consoli, Pirandello e Fiorello. Tanti applausi durante il sorprendente: “Mi sento ‘u Mungibeddu dentro nell’anima, come Catania in festa, come a Sant’Agata…metto le rime in fila sopra i miei passi, percorro insieme a Peppino i miei Cento passi“.

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Una tribù composta da migliaia di persone, che hanno ballato tra parterre e tribune durante il dj set nel palco volante posto al centro del Pal’Art Hotel. “Tenete bene sotto mira tutti quelli come me che hanno ancora fame, fame, fame“: è arrivato volando, grazie al palco mobile, sulle note di Fame nella sua consolle, pronto a far scatenare il pubblico con Non m’annoio, Attaccami la spina, Muoviti muoviti, Una tribù che balla e Tanto tanto tanto. Brani carichi di effetti speciali, luci e un sound accompagnato dalle sue inconfondibili rime nel suo personale show.

Uno spettacolo nello spettacolo, dove non sono di certo mancati momenti romantici con Ti sposerò, Ragazza magica, Mi fido di te, Baciami ancora e Chiaro di luna per citare qualcuno dei “best seller” firmati Jovanotti, passando per un’incantevole Stranizza d’amuri del maestro Franco Battiato; notevoli anche altre citazioni di spessore come Smells Like Teen Spirit dei Nirvana durante il dj set o Cara Italia di Ghali (nel pezzo In Italia).

Quasi tre ore di concerto chiusi da Viva la libertà, brano presente nell’ultimo album, in acustico che hanno permesso all’artista di presentare la sua strabiliante band: capitanata da Saturnino Celani (basso) e composta dagli internazionali Matthew Bauder (sax), Gareth Brown (batteria), Jordan Mclean (tromba), e dai connazionali Franco Santarnecchi (piano), Leo Di Angilla (percussioni), Cristian Noochie Rigano (chitarra), Gianluca Petrella (trombone) e Riccardo Onori (chitarra).