L'annuncio ha destato lo stupore e lo sdegno di moltissimi: il museo del papiro di Siracusa è costretto a vendere dei papiri greci di grande valore.
Il motivo? Autofinanziamento. Il Museo del papiro Corrado Basile di Siracusa lancia sul mercato venti frammenti di papiri greci e demotici per tentare di evitare la chiusura del museo stesso. I frammenti risalgono a 1500 anni fa, inediti e di provenienza accertata.
La notizia, arrivata all’improvviso, è stata lanciata attraverso la home page del sito del museo e la pagina Facebook, e dopo lo scalpore mediatico suscitato è stata subito cancellata. Sergio Cilea, responsabile dei Fai di Siracusa, spera in una provocazione da parte del museo nel tentativo di ricevere attenzione in merito alla mancanza di fondi.
Il professor Corrado Basile commenta però la vicenda dichiarando che il museo si vede costretto ad agire per queste vie dal momento che la Regione ha dimezzato i contributi di anno in anno, e nonostante le promesse i fondi destinati all’istruzione continuano a diminuire. Basile precisa inoltre che la vendita è riservata ad enti, e annuncia che diverse università italiane e straniere sono già interessate alla proposta.
Questa è soltanto l’ultima delle innumerevoli battaglie portate avanti dal direttore del Museo del papiro, in lotta con la Regione accusata di non dare alla cultura il peso che questa merita in una regione ricca di potenzialità come la Sicilia.
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