Gli italiani tra i 20 e i 34 anni, anche se non riescono proprio a trovare lavoro nella propria città o nella propria regione, non considerano neanche l’opzione di lasciare tutto e andare via per mettersi in gioco e cercare fortuna in un altro Paese. Questo è ciò che emerge da una lettura dei dati raccolti da Eurostat relativi all’anno 2016.
Secondo l’agenzia statistica europea, la percentuale dei millenials italiani che si trasferirebbero lontano dal proprio domicilio per ragioni lavorative è bassa rispetto a quella relativa ai giovani UE, che ammonta a 12%. Lo scarto non è troppo; quello che preoccupa è invece il record che detiene l’Italia per il numero maggiore di giovani che lavorano che non si sono mai effettivamente trasferiti altrove, che è pari al 98%, di gran lunga minore rispetto alla media UE del 60%.
Inoltre, quei pochi che si dicono pronti a trasferirsi lo farebbero all’interno della penisola, più raramente all’interno dei confini UE, e ancor di meno fuori l’Unione. In generale è questa la tendenza tra i Paesi europei, in cui le percentuali sono comunque basse, anche se più alte rispetto a quelle dell’Italia. Quelli con il maggior numero di ragazzi che si sposterebbero dentro l’UE sono Estonia e Croazia (26%) e Slovenia (25%). Per quanto riguarda le partenze fuori l’UE è la Svezia ad arrivare prima in classifica con il 34% degli under 34 che si ritiene pronto ad andarsene per lavorare.
Dall’analisi si vede poi che sono coloro che raggiungono livelli più elevati d’istruzione a essere più disposti a fare le valigie. Questo è il caso dei cosiddetti “cervelli in fuga”, i quali sono gli unici che sembrano contrastare questa visione dei millennials italiani che appaiono sempre più legati alla proprio Paese.