L’Italia destina all’istruzione solo il 3,9% di PIL, un dato che ci fa sfigurare davanti agli altri Paesi dell’euro zona, collocandoci al terzultimo posto nell’area euro e al quintultimo nell’intera UE. Si tratta dell’ennesimo pessimo risultato, rilevato dall’ufficio statistico dell’Unione europea, nell’ultimo rapporto sulle spese delle nazioni comunitarie aggiornate al 2016.
Se confrontiamo questi dati con quelli degli altri Paesi europei, ci rendiamo conto di quanto il risultato sia pessimo. Sotto di noi si piazzano solo la Slovacchia con il 3,8% e l’Irlanda con il 3,3%. Ai primi posti, invece, tra i paesi fuori dall’euro zona, troviamo Danimarca (6,9%) e Svezia (6,6%), mentre tra quelli con la moneta comunitaria ci sono Belgio (6,4%) e Finlandia (6,1%).
Al di là dei big, forte rimane il distacco anche con i Paesi più vicini a noi: la Francia che riserva all’istruzione il 5,4% del PIL; il Regno Unito con il 4,7% e la Germania con il 4,2%. Meglio di noi anche la fedelissima Spagna che destina all’istruzione il 4% del proprio PIL.
Per quanto riguarda le altre voci di spesa del nostro Paese, si rileva invece come il 21,1% di PIL sia dedicato alla protezione sociale, il 7,9% ai servizi pubblici generali, il 7% alla salute e l 4% agli affari economici.