Sono ufficialmente partiti il 7 gennaio a Catania i festeggiamenti in onore di Sant’Agata, Patrona della città che ogni anno raccoglie attorno a se migliaia e migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo. Tanti infatti sono gli appuntamenti che già dal mese di gennaio avvicinano la città al fulcro della festa, come ad esempio l’iniziativa del Municipio aperto del Comune di Catania nelle domeniche del primo mese dell’anno, sino agli appuntamenti religiosi che accompagnano i fedeli a febbraio.
E come di consueto, tra i tanti appuntamenti, non possono mancare nella mente di ogni cittadino le classiche candelore votive di Sant’Agata che, con la loro caratteristica annacata, danzano tra le vie della città nei giorni antecedenti il 4 febbraio, prima di porsi in rigorosa, ordinata e silenziosa processione nel clou dei festeggiamenti.
E quest’anno una novità è in arrivo anche per gli abitanti di Sant’Agata Li Battiati, comune di circa 10mila residenti alle pendici dell’Etna che porta il nome della Santa Patrona di Catania. Su espresso volere del sindaco di Battiati Marco Rubino, come si legge dallo stesso comunicato rilasciato dal comitato organizzativo dei festeggiamenti, per la prima volta nella storia la candelora del Villaggio Sant’Agata giungerà in visita sino al comune etneo, alla presenza dei bambini delle scuole e delle autorità.
Un gesto fortemente voluto dal primo cittadino, da sempre devoto ad Agata, che già dal suo primo anno di mandato da sindaco, ha voluto riallacciare i contatti tra una delle feste religiose più importanti al mondo ed il comune che porta proprio il nome della Santa Martire. La candelora, infatti, con un programma completo ancora da definire, arriverà festante a Sant’Agata Li Battiati il 31 gennaio.
Il Cereo Villaggio Sant’Agata è la candelora più giovane (anche se nel 2018 ci sarà la new entry dei Mastri Artigiani), inaugurata nel 2010 e per la prima volta in processione Agatina nel 2012. Già negli anni ’80 venne costruita una piccola candelora che festeggiava nell’omonimo quartiere e, riprogettato nel 2007, il cereo è stato scolpito dalla ditta Scirè di Emanuele Branchitta e assemblato dal fratello Eliseo. È alto, con il mazzo di fiori in cima, quasi 4,90 metri con un peso che arriva a circa 600 kg, portato tra le vie della città da ben otto persone. Alla base del cereo vi sono quattro basamenti con teste di leone, mentre le statue dei santi e le scene del martirio di Agata sono state realizzate dalla illustre ditta Ferdinand Stuflesse di Ortisei.