Uno studente disabile dell’Università di Cagliari si è laureato in Ingegneria elettronica, discutendo la tesi di laurea “con gli occhi”, attraverso l’ausilio della voce sintetica. Cristian Martis ha superato ogni barriera ed è riuscito ad ottenere il titolo tanto ambito, vincendo la sua sfida più grande.
Qualche giorno fa, Cristian Martis, studente di Ingegneria elettronica presso l’Università di Cagliari, si è laureato discutendo la tesi tramite sintetizzatore vocale. La laurea, che sembrava all’inizio per Cristian un traguardo lontano se non irraggiungibile, dopo fatica, sacrifici ed impegno è finalmente arrivata. Ma partiamo proprio dall’inizio di questa esperienza.
Cristian Martis, originario di Monferrato, oggi ha 39 anni ed è affetto da distonia, una malattia rara che lo costringe a spostarsi in carrozzina. Tuttavia, la sua disabilità non gli ha impedito di realizzare il suo sogno e diventare ingegnere elettronico. Tutto ebbe inizio nell’anno accademico 2006/2007, quando Cristian si iscrisse al corso di laurea in Ingegneria elettronica, presso l’Università di Cagliari. “Iniziai questo percorso di studi con grande entusiasmo, ma dopo il secondo anno purtroppo mi dovetti fermare per quasi due anni.” – racconta Cristian. A causa di problemi di salute, che lo vedono periodicamente recarsi in Francia per ricoveri ed interventi, il percorso universitario intrapreso, sin dall’inizio non è stato affatto facile. Perdere il ritmo con le lezioni e fare lunghe pause dallo studio hanno impedito allo studente sardo di laurearsi in tempi più brevi, ma nonostante il percorso sia stato lungo e pieno di ostacoli, Cristian è riuscito giorno dopo giorno, combattendo contro la sua disabilità, ad abbattere ogni barriera.
E così, dopo circa 10 anni, Cristian ha ottenuto il titolo di ingegnere elettronico, discutendo una tesi proprio sulle tecnologie che aiutano i disabili a vivere meglio, intitolata “Sistemi domotici come ausili alla persona”. Si tratta di un elaborato in cui vengono individuate le particolari esigenze delle persone diversamente abili, per poi analizzare le attuali tecnologie già in uso o che potrebbero essere utilizzate come supporto alla disabilità anche in ambito domestico: sensori, attuatori e sistemi per la comunicazione. “Esistono degli ausili – spiega il neolaureato – che, a seconda della disabilità, permettono di svolgere una vita più autonoma. Tuttavia, il sistema domotico, essendo molto costoso, possono permetterselo in pochi, e noi disabili siamo ulteriormente svantaggiati: esistono dei progetti ma chi vuole usufruirne deve anticipare i soldi per poi rivederli chissà quando. Purtroppo in Sardegna, e in tutta Italia, non esiste ancora la cultura della disabilità, e spesso non ci sono quelle agevolazioni e quei supporti di cui necessitiamo”.
D’altronde non si può non convenire con Cristian circa l’arretratezza culturale e allo stesso tempo strutturale dell’Italia in ambito di disabilità. Occorre ancora tanta strada da fare, prima che i disabili vengano pienamente inclusi ed integrati nella società e che vedano riconosciuti i loro elementari diritti, primo fra tutti la libertà di movimento, spesso impedita dalle barriere architettoniche. Partire da una maggiore consapevolezza della condizione dei disabili, attraverso quella che Cristian definisce “la cultura della disabilità” è il primo passo, che richiede, tuttavia, un impegno di sensibilizzazione anche da parte delle scuole.
Nonostante l’amara constatazione della condizione di esclusione sociale in ci vivono molti disabili, oggi, l’esempio di Cristian porta a sperare. Con tenacia e forza di volontà, lo studente dell’Unica, ha dimostrato a tutti che qualsiasi difficoltà, qualsiasi barriera, qualsiasi limite può essere superato. Basta crederci.