La situazione occupazionale nel nostro paese è sempre più critica e sono svariati i modi in cui si sta cercando di arginarla. Ma Confindustria ha lanciato un allarme che intende andare alla radice del problema: il lavoro c’è, bisogna solo trovarlo cercando bene.
Il problema sta, secondo Confindustria, nel fatto che troppi laureati cercano lavoro nel settore sbagliato. Le università dovrebbero indirizzare gli studenti verso la reale domanda di lavoratori: l’anno scorso nel Politecnico di Milano si sono laureati 180 studenti in scienze informatiche, ma il settore industriale ne cercava circa 180.000. Bisognerebbe pertanto creare un solido orientamento per colmare questo divario tra domanda e offerta. In questo modo si ha una situazione quasi irreversibile: i laureati entrano in settori già saturi inconsapevolmente, perché l’università non rende noti i campi più liberi in cui la domanda è alta. La troppa comodità risulta dunque negativa: in paesi come la Sicilia e la Liguria la disoccupazione giovanile è quasi al 45%: questo accade, sempre secondo Confindustria, perché molti giovani preferiscono l’università sotto casa e non vogliono andare fuori, senza considerare che il deficit di laureati in materie scientifiche è in costante rialzo. Preoccupanti infine i dati sull’inoccupazione: il 34% circa dei giovani compresi tra i 14 e i 20 anni non fa proprio nulla, circa dunque un ragazzo su tre.
Insomma, in Italia la disoccupazione giovanile è in costante aumento, ma la si può fermare soltanto cambiando i nostri schemi, in un’azione coordinata di forza di volontà e orientamento universitario.