Ricorso Test Medicina 2017: quali sono le tempistiche, i costi e le modalità per fare ricorso? Tutte le scadenze e le procedure da rispettare per chi non fosse riuscito ad entrare e abbia riscontrato delle irregolarità.
Non sono pochi i casi di irregolarità che si verificano durante e dopo lo svolgimento del test per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso come quella di medicina. Scegliere di fare ricorso non è mai una strada semplice e può essere una spesa di non poco conto, ma spesso è una possibilità per coloro che non sono riusciti a superare il test di ingresso per svariati motivi.
I motivi per cui fare ricorso possono essere molti, ma tutti collegati a delle irregolarità che si sono verificate nel corso della prova di ammissione. Nel caso in cui si decida di fare ricorso al Tar, però, bisogna prima capire bene quali sono le modalità, i costi e le tempistiche.
La prima cosa da sapere è che ogni candidato può fare ricorso una sola volta e che ci sono dei limiti di tempo: si può fare ricorso a partire dalla pubblicazione della graduatoria ed entro 60 giorni per il ricorso normale e 120 giorni per il ricorso straordinario. Alla scadenza dei 60/120 giorni, il ricorso deve essere già stato scritto e notificato alle parti.
Per presentare il ricorso, poi, la prima cosa da fare è documentare le irregolarità che si sono verificate durante lo svolgimento della prova: mancanza di trasparenza, mancanza di controlli, violazione dell’anonimato, uso del cellulare, ritardi, plichi manomessi, errori nelle domande o regole non rispettate.
Una volta raccolta tutta la documentazione necessaria, poi, bisogna capire che tipo di ricorso si intende fare. Tra i vari tipi di ricorso, c’è quello individuale dove un candidato contesta singolarmente le irregolarità di cui ritiene di essere vittima, rivolgendosi personalmente ad un avvocato amministrativista che si occuperà di tutta la procedura. In questo caso, le spese possono diventare piuttosto alto e variano in base alla parcella dell’avvocato: il prezzo potrebbe andare dai 4 ai 7 mila euro.
Un’alternativa più economica è, invece, il ricorso collettivo che può essere di due tipi: nazionale o locale. Il primo viene promosso dall’UDU (Unione degli Universitari) e ha un costo di 15 euro circa; mentre il secondo viene promosso dalle associazioni studentesche locali che contestano le irregolarità di un preciso ateneo e i costi e le modalità variano.
Il ricorso poi prevede due fasi: una cautelare e una di merito. Nel corso della prima, le parti depositano gli atti presso il tribunale e, se la richiesta del ricorrente viene accolta, questi può immatricolarsi nell’attesa del giudizio finale. Nel corso della seconda fase, invece, il Tar emana la sentenza che accoglie o respinge il ricorso.
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