I dipartimenti presi in considerazione nell’indagine sono il DIEEI (Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica) ed il DIIM (Ingegneria Industriale e Meccanica) dove il vero scoglio è la laurea di primo livello: sono necessari in media 5-6 anni per il conseguimento della stessa. Un titolo che di “triennale” ha solamente il nome insomma.
I laureati del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica dell’Università di Catania conseguono il titolo da fuoricorso ovvero in ritardo rispetto al numero di anni previsti. È il primo dato che si evince dall’indagine svolta dal consorzio Almalaurea e che ha come protagonista 215 dottori del DIEEI etneo: di questi, 77 hanno conseguito la laurea magistrale e 138 la specialistica.
Le nuove leve dell’ingegneria conseguono il titolo magistrale a quasi 28 anni e la causa di questo ritardo (rispetto alle altre “3+2”) è da ricercare nella laurea di primo livello dove invece dei 3 previsti, vengono impiegati in media 5 anni per il raggiungimento dell’agognato alloro. Una magistrale che non solo viene ottenuta con minor ritardo (in media poco più di due anni e mezzo), ma che regala spessissimo una voto tra 110 e 110 e lode, a dispetto del 104 di media alla triennale.
Tantissimi anni per potersi avvalere del titolo di dottore in ingegneria, che sembrano comunque ben spesi una volta che il neolaureato si trova ad affrontare il mercato del lavoro: il tasso occupazionale è del 92,2% ed il primo impiego viene trovato a meno di 3 mesi dalla laurea.
Per quanto riguarda ancora il quadro occupazionale degli studenti catanesi, si nota che ad un anno dal titolo il 96,6% lavora nel settore privato e solo il 3,4% nel pubblico. Un lavoro che comunque soddisfa gli intervistati dato che in una scala da 1 a 10 ottiene 7,6 come indice di gradimento. Soddisfazione legata sicuramente anche ai compensi: la retribuzione mensile netta per le donne è di 1145 euro, mentre quella degli uomini arriva fino a 1364 euro, raddoppiando quasi la cifra guadagnata da un ingegnere di primo livello (763 euro).
Una laurea ostica da raggiungere, ma che risulta efficace per le competenze rilasciate nei futuri lavori svolti: quasi il 90% degli intervistati elogia infatti la preparazione etnea, mentre il 10% ritiene che gli insegnamenti impartiti non siano per niente utili.
Il discorso non varia di molto se prendiamo in esame il dipartimento di Ingegneria Industriale e Meccanica di UNICT. 279 i neolaureati del DIIM presi in considerazione: 85 magistrali e 194 di primo livello. Per completare gli studi sono necessari poco più di 8 anni all’incirca, con un specialistica presa in anticipo rispetto ai colleghi del DIEEI (2 anni e mezzo, con 107,6 di media), ma una triennale che richiede quasi 6 anni per essere raggiunta (con 98,6 di media).
Il tasso occupazionale si abbassa rispetto a quello di ingegneri elettronici, elettrici e informatici rimanendo comunque alto: quasi l’80% lavora a poco più di tre mesi dalla laurea e tutti i neolaureati industriali e meccanici intervistati hanno trovato posto nel privato. Gli stipendi infine, sottolineiamo ad un anno dalla laurea, superano in media i 1300 euro sia per le donne che per gli uomini.
Insomma, un titolo difficile da conseguire quello di dottore in Ingegneria (Elettrica, Elettronica, Informatica, Industriale o Meccanica che sia), ma che una volta ottenuto ripaga ampiamente le fatiche di anni e anni di studio.