Sono stati intervistati 146 dei 183 studenti che nel 2016 hanno conseguito una laurea in area sanitaria. Ecco cosa si evince dagli interessanti dati riportati da Almalaurea.
Lo studio fa riferimento al Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Tecnologie Avanzate, al quale afferiscono i corsi di laurea in Infermieristica, Logopedia, Tecniche Audioprotesiche, Tecniche di Laboratorio Biomedico e la Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie. Gli studenti di questo dipartimento si laureano all’età media di 25 anni e impiegano circa quattro anni per conseguire la laurea di primo livello, un solo anno in più rispetto a quelli previsti. Tempi perfettamente aderenti alla regola per quanto riguarda la laurea magistrale, conseguita in circa due anni e all’età media di 30 anni.
Notizie particolarmente positive sono quelle che riguardano i voti di laurea: nella maggior parte dei casi, gli studenti concludono il loro percorso ottenendo il massimo dei voti o poco meno. Nel caso delle laurea di primo livello la media dei voti finali è di 108,8 mentre nel caso di quella magistrale, invece, la media arriva a toccare il valore di 109,2. Stando ai dati, sembrerebbe che gli studenti riescano a laurearsi in tempi piuttosto brevi ma ad un’età relativamente avanzata. Alla base potrebbe esserci il fatto che, trattandosi di corsi di laurea a numero programmato, molti non riescono ad iscriversi immediatamente dopo la maturità. Frequenti sono, inoltre, i casi di persone che decidono di intraprendere questi percorsi durante seconda età adulta, facendo pertanto crescere sensibilmente l’età media dei laureati.
Chi decide di intraprendere lo studio di una delle professioni sanitarie molto spesso è incoraggiato dalle rosee prospettive di trovare occupazione. In linea di massima, infatti, con un titolo di studio abilitante in questi settori si riesce a trovare lavoro facilmente. A riprova di tutto questo i dati di Almalaurea mostrano che ha già trovato un’occupazione il 60% di coloro che sono in possesso della sola laurea di primo livello. Un dato notevole è anche quello che riguarda i laureati magistrali: la percentuale media di occupazione è pari al 96,8%, vale a dire che lavora la quasi totalità di coloro che hanno conseguito la laurea magistrale.
Quanto all’ingresso all’interno nel mercato del lavoro, c’è una netta discrepanza tra i laureati di primo livello e i laureati magistrali: la maggior parte dei primi (85%) inizia a cercare lavoro soltanto dopo aver conseguito la laurea mentre solo il 13% dei laureati magistrali aspetta di completare gli studi prima di cercare lavoro. Un dato molto rassicurante, se si considerano gli innumerevoli rischi che potrebbe comportare l’esercizio di una professione sanitaria da parte di chi ancora non avesse acquisito le competenze adeguate al suo stesso esercizio.
La stragrande maggioranza dei laureati in questo settore lavora nell’ambito sanitario, occupato nelle varie specifiche aree corrispondenti al percorso di studio intrapreso. Una percentuale minima risulta essere impegnata nel commercio, in attività di consulenza varie e nell’ambito della scuola, dell’università, in istituti di formazione e ricerca, sia pubblici che privati.
Qual è il grado di soddisfacimento e quanto è utile conseguire la laurea? I punti di vista sono diversi in base ai fattori presi in esame. Il 50% dei possessori del titolo di primo livello e di quelli in possesso del titolo magistrale si ritiene soddisfatto del miglioramento che la laurea ha apportato al proprio lavoro nell’ambito delle competenze. Il 50% dei laureati di primo livello ha notato un miglioramento delle mansioni svolte nell’esercizio del proprio lavoro e il 50% dei laureati magistrali ha migliorato la propria posizione lavorativa.
Globalmente una generosa fetta di tutti gli studenti del dipartimento considera utili in misura elevata le competenze acquisite con la laurea.