Dublino, l’arte e l’amore, ma anche il mistero e un omicidio. Sono questi i punti forti de “L’ultima asta Irlandese”, terzo romanzo di Martina Leone, giovanissima scrittrice catanese classe 1997, che noi di LiveUniCT abbiamo avuto il piacere di intervistare. Nato da un viaggio studio in Irlanda, quello di Martina Leone non è un semplice romanzo, ma è una di quelle storie che non si raccontano ad alta voce e vengono messe in scena al teatro. È una di quelle storie che si leggono con la luce fioca della notte, quando ad illuminare le parole solo il bagliore di una candela e l’intensità del buio.
Studentessa di Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Catania, con il sogno di una carriera di direttore museale e critico d’arte, la Leone ha coltivato l’amore per la scrittura quasi per caso quando, nel 2013, ha pubblicato il suo primo romanzo “Con gli occhi del paradiso” a cui è succeduto, due anni dopo, “All’improvviso il sole”.
Martina sei giovanissima. A soli 19 anni hai pubblicato il tuo terzo romanzo. Cosa ti ha spinto, quattro anni fa, a dedicarti alla scrittura?
“Credo non ci sia stato un momento culmine in realtà in cui io abbia capito in maniera delineata di voler scrivere. Tutto è avvenuto da sé ben prima dell’uscita della mia prima opera, come se le storie fossero narrate da una sorta di marea che arriva all’alba e a me toccasse solo scrivere su fogli ingialliti e stropicciati. Fondamentale è stato invece il ‘crederci’sempre della mia famiglia. “
“L’ultima asta irlandese” nasce da un viaggio in Irlanda, quanto c’è di te all’interno del romanzo?
“Anche se spesso punto alla netta distinzione, inevitabilmente tratti caratterizzanti dei personaggi nascono da sfumature del mio carattere, e in questo caso, il fondamentale valore dell’arte e il ruolo che essa riveste nella mia vita.”
Giuditta, la protagonista, viene dal Sud ed ama l’arte proprio come te, possiamo considerarla un tuo alter ego?
“Solo in parte. O meglio, dipende dal punto di vista.”
Cosa o chi ti ha ispirato?
“Il profumo, le vie acciottolate e il calore di Dublino, sommati al fruscio del mare siciliano e alla notte. Vivere nella capitale irlandese è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ho lasciato un pezzo di cuore lì, vi tornerò presto.”
Amore, arte e anche del mistero, puoi svelarci qualcosa in più?
“Un omicidio, un restauratore e un forte coinvolgimento emotivo.”
Cosa diresti o suggeriresti a un lettore che si sente particolarmente coinvolto nella storia di Giuditta?
“Suggerirei di osservare dentro di sé più spesso e con più cura, tutti i giorni. Esistono sfaccettature delle nostre vite che spesso sottovalutiamo o addirittura non conosciamo.”
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