Anticipati i mesi di praticantato per gli studenti di Giurisprudenza: gli studenti dell’Università Kore di Enna saranno tra i primi in Italia a beneficiare di questa modifica.
Come già annunciato nei mesi scorsi, è stata firmato l’accordo tra Consiglio Nazionale Forense e Conferenza Nazionale dei Direttori di Giurisprudenza che permetterà ai laureandi di Giurisprudenza di svolgere sei mesi di pratica forense anticipata, prima del conseguimento della laurea, durante il quinto anno di carriera universitaria. La convenzione attua la riforma forense L. 247/2012 e il decreto ministeriale n. 70 del 2016.
La Convenzione deve ovviamente essere recepita, a livello locale, dai singoli Consigli di Dipartimento dei corsi di Giurisprudenza di tutta Italia. L’Università Kore di Enna è una delle prime in Italia ad attivarsi. Mercoledì 5 aprile 2017 si è svolto un incontro al quale hanno partecipato il preside della facoltà di Scienze economiche e giuridiche, Roberto Di Maria, e il presidente del corso di laurea, Filippo Romeo, e i presidenti dei consigli degli Ordini degli avvocati di Caltanissetta, Enna, Gela e Caltagirone per definire una convenzione di collaborazione didattica tramite la quale attivare la modifica alla pratica forense. Una comune bozza è già stata stabilita e prevede attività di formazione e studio presso studi legali come la partecipazione alle lezioni delle Scuole forensi degli ordini degli avvocati, agli eventi di formazione dei Professionisti del foro, redazione di tesi di laurea su casi pratici, ecc.
Si tratta di una novità importantissima che potrebbe far risparmiare fino a un anno di tempo ai praticanti che spesso sono costretti a rinviare l’esame di un anno solo per poche settimane di pratica ancora da svolgere. Inoltre, come riportato da La Sicilia, secondo il prof. Di Maria il beneficio per gli studenti è evidente non solo perché risparmia tempo, ma perché la qualità non si riduce e “i praticanti avvocati entreranno nel Foro con un bagaglio di competenze pratico-professionali sicuramente superiori a quelle degli attuali laureati”.