Nel dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Catania arriva la Giornata mondiale del Servizio sociale dedicata a “Comunità e sviluppo”.
Migranti aiutati nel processo di integrazione attraverso l’impiego in imprese agricole, detenuti ‘rieducati’ con il lavoro nei campi, minorenni autori di piccoli reati reinseriti nella comunità grazie all’agricoltura sociale. Il reinserimento di persone penalizzate (e talvolta escluse) dalla società come detenuti, tossicodipendenti e persone con disabilità, assegna un’impronta di forte umanità al servizio svolto dagli operatori. Offrire opportunità di recupero attraverso il contatto con la natura è infatti l’obiettivo di chi lavora nell’agricoltura sociale ed è ormai assodato che questo tipo di reinserimento contribuisce al miglioramento della qualità di vita e aiuta ad affrontare, con nuove energie, il futuro.
Assistenti sociali e rappresentanti di cooperative, che rivestono un ruolo fondamentale nel recupero dei soggetti in condizioni di disagio, parleranno di alcune esperienze pratiche di agricoltura sociale nel corso dell’incontro “Comunità e sviluppo: attori, diritti e territori”, promosso dal dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania, in collaborazione con l’Ordine professionale regionale degli Assistenti sociali, che si terrà martedì 21 marzo, alle 9.30, nella corte coperta di Palazzo Scannapieco (via Cardinale Dusmet, 153).
L’iniziativa rientra nell’ambito dell’International Social Work Day, la giornata mondiale del Servizio sociale, quest’anno dedicata al tema “Promuovere la comunità e la sostenibilità ambientale”. “Ispirandoci a questa tematica – ha affermato il prof. Carlo Pennisi, presidente del corso di laurea interclasse in Sociologia e Servizio sociale dell’Università di Catania e promotore del convegno – abbiamo voluto raccontare alcune esperienze di soggetti con disagi sociali, superati grazie al rapporto con l’ambiente e il territorio. Comunità e sostenibilità ambientale sono due concetti estremamente collegati fra loro; le esperienze di queste persone dimostrano che, superando vecchie logiche di welfare, può crearsi un rapporto virtuoso tra ambiente e comunità locale, con il primo che diventa strumento stesso di costruzione della comunità locale, che, a sua volta, rappresenta un’occasione di sostegno individuale”.
All’incontro parteciperanno il direttore del Dsps Giuseppe Barone, il prof. Pennisi, la prof.ssa Teresa Consoli, presidente del Cdl magistrale in Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi sociali, Maria Concetta Storaci, segretaria del Consiglio nazionale dell’Ordine nazionale Assistenti sociali (Cnoas) e Giuseppe Graceffa, presidente dell’Ordine regionale degli Assistenti sociali.
Parleranno poi di “Migranti e inclusione sociale: esperienze di tutela e integrazione del territorio” Fabrizio Sigona (presidente del Consorzio Il Nodo), Rita Gentile (Associazione Accoglierete) e Liliana Di Maria (coordinatrice Cooperativa Futura). S’intitola invece “Giustizia e ambiente: rigenerare per rigenerarsi” la sessione che prevede gli interventi di Letizia Bellelli (dirigente dell’Ufficio per l’Esecuzione penale esterna di Catania), Vincenza Speranza (dirigente dell’Ufficio Servizio sociale minorenni), Maria Concetta Storaci e Giovanni Romano (presidente della cooperativa L’Arcolaio). Sul tema “Vulnerabilità socio-territoriale: interventi nelle emergenze” si confronteranno Carlo Colloca (Università di Catania) e Alfredo Mela (Politecnico di Torino). Coordineranno i lavori Mariella Spoto e Carmela Cosentino, dell’Ordine regionale degli Assistenti sociali.