Scuola

In Italia l’82% degli insegnanti รจ donna, ma spesso sono poche le tutele

Teacher cleaning chalkboard with duster --- Image by ยฉ Royalty-Free/Corbis

Secondo dei dati statistici rivelati dall’Udir, ha rivelato un fenomeno tutto italiano: ben 610mila su poco piรน di 750mila insegnati sono donne.

In Italia, la scuola รจ fatta in prevalenza dalle donne. A dirlo sono i dati, secondo i quali lโ€™82% degli insegnanti appartengono infatti al genere femminile, mentre tra i dirigenti scolastici 6 su 10 sono donne. Questa supremazia femminile nell’ambito scolastico รจ un fenomeno diffuso, ma solo in Italia vede delle cifre cosรฌ elevate, visto che in paesi come la Spagna la percentuale si ferma al 63%.

Certamente, la percentuale della presenza di donne varia e dipende molto dal tipo e grado di scuola. Nelle scuole dellโ€™infanzia, per esempio le maestre coprono addirittura il 99,3% dellโ€™organico, mentre nella scuola primaria le donne ricoprono il 96%, quota che scende al 65% per le scuole superiori.

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Lโ€™alto numero di donne insegnanti รจ imputabile a diversi fattori, alcuni di carattere sociologico, legati alla propensione maggiore nel genere femminile per l’insegnamento e nella presenza di qualitร  come la pazienza e la comprensione, che rendono la donna piรน adatta a lavorare nel settore, soprattutto tra i bambini. Altri fattori sono di carattere economico, come lo stipendio ridotto dei nostri insegnanti, che scende ulteriormente del 7% nel caso delle donne.Oggi una docente neo-assunta, senza precariato, guadagna e rimane ferma a 1.200 euro al mese per quasi 10 anni. Oltre ai dei salari ridotti rispetto alla media degli altri paesi, non esistono tutele vere per le insegnanti, le quali devono sottostare ad una lunga attesa per essere immesse in ruolo (in prevalenza attorno ai 40 anni, con diversi casi anche dopo i 50 e in alcuni pure over 60).

Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, in materia di precariato afferma che โ€œle tutele per le donne lavoratrice negli ultimi anni si sono addirittura assottigliate. Basta soffermarci sui disagi che affronta una donna che oggi opera nella scuola:ogni anno almeno 80mila dei 100mila supplenti nominati sino allโ€™estate dellโ€™anno successivo sono donne, costrette alla precarietร  malgrado vi siano i posti liberi per assumerle. Decine di migliaia, sono state costrette a cambiare provincia o regione.”

In generale, le donne lavoratrici laureate in Italia sono 3,5 milioni, mentre gli uomini si fermano a quota 2,9 milioni. Nonostante ciรฒ, nella realtร  spesso questo poco conta, oltre a i differenziali salariali tra uomo e donna (Donne piรน brillanti a scuola e allโ€™universitร , ma discriminate sul lavoro: lo dimostrano i dati ), anche nell’ambito dei diritti e della disoccupazione, le donne sembrano uscirne sconfitte rispetto alla controparte maschile.

La realtร  della donna nel mondo del lavoro rimane per certi versi ancora discriminata e non tutelata, o non in maniera adeguata perlomeno, e la dimostrazione รจ proprio quella della scuola, dove sempre piรน insegnanti sono costrette in virtรน di ottenere un posto fisso a trasferirsi in altre regioni, mettendo a dura prova il loro legame con la famiglia.

 

A proposito dell'autore

Sofia Nicolosi

Sofia Nicolosi nasce a Catania il 16 settembre 1997. Laureata in Relazioni internazionali, sogna di poter avere un futuro nel giornalismo e nella comunicazione in ambito europeo e internazionale. Dopo la scrittura e lo storytelling, le sue grandi passioni sono i viaggi e lo sport. Tra i temi a cui รจ piรน legata: i diritti umani e i diritti sociali, l'uguaglianza di genere e la difesa ambientale.
Contatti: s.nicolosi@liveunict.com