Una sconfitta amara, in un derby contro l’Akragas che ieri doveva decretare tutt’altro e far scalare ancor più la classifica, in vista degli attesi playoff di fine anno. Sono queste le motivazioni, unite allo scarso rendimento esterno condito da un gioco praticamente inesistente della squadra, a far balenare alla dirigenza etnea l’idea di una sostituzione in panchina per le future partite del girone di ritorno.
Il Catania fuori casa si trasforma, è inutile girarci intorno, pur schierando il più delle volte gli stessi interpreti che dentro casa riescono a dettare regole e gioco. Questione di testa? Questione di scarsa motivazione propinata dall’allenatore? Questione di mentalità conservativa dopo l’esiguo vantaggio ottenuto? Se si sapesse la risposta sicuramente mister Rigoli e dirigenza sarebbero corse subito ai ripari. Purtroppo, ad oggi, quello che si vede fuori dalle mura del Massimino è una costante, una dinamica che si ripete in loop senza mai riuscirne a venire a capo.
La società ha fatto evidenti sforzi per rimpolpare quell’organico che ad inizio anno sembrava stellare e per sostituire giocatori che avevano reso abbondantemente al di sotto delle aspettative. Promesse mantenute: si vince col Matera e si fa una pessima figuraccia contro l’Akragas. Perdere ci sta, soprattutto fuori casa, e fa parte del naturale decorso di ogni squadra di calcio; ma bisognerebbe perdere con dignità, sudando per la maglia e lottando su ogni pallone, per poter avere l’onore di uscire a testa alta dal terreno di gioco, con qualche rimpianto ma senza alcun rimorso.
Panchina che traballa quindi quella dell’allenatore di Raccuja, con un clamoroso, seppur probabilmente necessario, ribaltone alla guida tecnica della squadra così come ampiamente richiesto anche dalla piazza, che potrebbe dare la giusta scossa alla squadra per arrivare al meglio ai playoff, giocando con serenità e idee di palleggio ben definite. L’amministratore delegato rossazzurro Pietro Lo Monaco ha più volte ribadito, anche in momenti peggiori, la fiducia incondizionata per Rigoli fino al termine della stagione, ma il direttore dagli albori ha insegnato all’ambiente etneo che la sorpresa è sempre dietro l’angolo.