La Banca d’Italia nel rapporto sulle “Economie Regionali” ha rivelato che i dati dell’ultimo anno confermano l’esodo Sud-Nord che si sta verificando nelle iscrizioni universitarie.
Rispetto ai dati del 2007, nei quali era emerso un esodo degli studenti del Sud pari al 18%, l’anno 2015-2016 ha registrato un boom di immatricolazioni, sia triennali che magistrali, al centro Italia e al Nord. La crescita complessiva verificatasi è del 38%, dati importantissimi per l’analisi del flusso migratorio che da anni, ormai, sta investendo le regioni del Sud della Penisola. La mobilità degli universitari si colloca all’interno dell’aumento del prodotto di divario tra Nord e Centro Italia al quale hanno partecipato anche gli immigrati stranieri e i movimenti migratori dei lavoratori del Meridione.
Dai dati del rapporto Bankitalia risulta che il flusso migratorio degli studenti ha inciso sulle immatricolazioni negli Atenei del Mezzogiorno, immatricolazioni in calo non solo per il trasferimento degli studenti ma anche per una consistenza demografica di 18-20enni ridotta. Questa fascia d’età è calata del 9%, tra il 2007 e il 2015, nel Mezzogiorno aumentando del 10% nelle regioni del Centro e del Nord.
L’esodo universitario riguarda sia studenti che si immatricolano per la prima volta all’Università che laureati di triennale che intendono proseguire fuori gli studi. Stando ai dati riportati dall’indagine i neodiplomati che decidono di trasferirsi sono coloro che hanno riportato un voto di maturità più alto rispetto agli altri coetanei che, al contrario, decidono di restare. Inoltre, un alto numero di studenti che decidono di intraprendere gli studi universitari fuori si iscrivono nei corsi di ingegneria industriale e nelle discipline sanitarie; al primo anno della specialistica la mobilità raggiunge invece valori più elevati nei corsi di ingegneria civile, architettura e nelle scienze sociali. Gli studenti che si spostano completano con maggiore frequenza e in minor tempo gli studi universitari, contrariamente agli studenti che già si trovano al Centro Nord.
Ad emergere anche un altro dato: il flusso migratorio all’interno della stessa regione è diminuito nel Mezzogiorno, mentre al Centro-Nord prosegue e si combina con il flusso migratorio proveniente dalle altre regioni d’Italia. Analizzando il tessuto sociale disposto a trasferirsi, Bankitalia ha notato che si tratta di studenti provenienti da famiglie più abbienti e disposte a pagare una retta più alta rispetto a quella che si troverebbero a sostenere negli Atenei del Sud. La riduzione delle immatricolazioni nel Mezzogiorno ha comportato un aumento delle rette del 46% rispetto alla crescita nazionale di circa un terzo.
I dati del Rapporto dimostrano la tendenza espansiva che sta colpendo le regioni del Nord attivamente (Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) contrariamente al flusso migratorio negativo che negli ultimi anni si sta registrando nel Mezzogiorno.
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