La Rai ricorda la scomparsa di Libero Grasso, l’imprenditore siciliano ucciso dalla mafia 25 anni fa.
Era il 29 agosto 1991 quando Libero Grasso cadeva vittima della mafia. L’imprenditore di origini catanesi venne ucciso a Palermo dopo aver rifiutato pubblicamente di pagare il pizzo.
La docufiction della Rai, prodotta in collaborazione con Aurora TV, ha la regia di Giovanni Filippetto e Francesco Miccichè che a TvBlog hanno dichiarato:
Ci rendiamo conto della responsabilità che ci siamo presi a raccontare questa storia, una storia che ha un grande valore simbolico, morale, etico e politico (nel senso che Grassi darebbe al termine ‘politico’, un senso alto). Abbiamo scelto di raccontare questa storia attraverso una docufiction per non dimenticare che i fatti raccontati sono veramente accaduti, per rimanere ancorati alla realtà. Con le interviste e le immagini di repertorio, mischiate alla nostra fiction, vogliamo in ogni momento ricordare allo spettatore che questa storia c’è stata, che non è frutto della nostra immaginazione. Vogliamo mettere chi guarda di fronte alla propria responsabilità, e ricordare che davvero c’è stato un imprenditore di Palermo che nel 1991 ha detto ‘no’ alla mafia e l’ha detto pubblicamente, usando tutti i mezzi che in quel momento aveva a disposizione: la forza delle proprie convinzioni, dei propri valori e poi la forza dei media, dei giornali e della televisione. Libero, come diceva sempre la moglie Pina Maisano Grassi, scomparsa pochi mesi fa, non è stato un eroe, ma solo un imprenditore che ha fatto il suo dovere di cittadino.
Venticinque anni dopo la morte di Grassi, a Palermo oggi si commemora “un uomo che non si piegava ai compromessi”, come ha ricordato Pietro Grasso, ma che con una lettera aperta, pubblicata sul “Giornale di Sicilia” il 10 gennaio 1991, ha denunciato il suo “caro estorsore” e affermato di non condividere le logiche del pizzo.
Questa sera su Rai 1, alle 21.25, verranno ripercorsi gli ultimi otto mesi di Libero Grassi (Adriano Chiaramida) attraverso il racconto di un giornalista immaginario, Marco, interpretato da Alessio Vassallo che seguirà da vicino la sua storia, da un lato quella dell’imprenditore e dall’altra quella di marito di Pina (Alessandra Costanzo) e padre di Alice e Davide.