É giunta da poco la notizia della sentenza del Cga attraverso la quale sono state azzerate tutte le cariche, tra cui probabilmente anche quella del Rettore dell’Università di Catania, e che porterà verso il commissariamento.
Il Consiglio di giustizia amministrativa ha infatti accolto il ricorso verso lo Statuto, precedentemente rifiutato dal Tar, della professoressa Elia Febronia, componente del Cda.
Con la sentenza dei giudici amministrativi, il rischio è quello di un azzeramento di tutte le cariche dei vertici dell’Ateneo catanese, a partire da quella ricoperta da Giacomo Pignataro, rettore dell’Ateneo. La conseguenza della decisione del Cga, qualora non venga ottemperata la richiesta iscritta nella sentenza, sarà la nomina di un commissario straordinario al fine di indire le prossime elezioni che comunque, stando a quanto scritto, non è detto che coinvolgano anche il Magnifico; discorso diverso invece per le nomine del Senato Accademico e del Consiglio d’Amministrazione dove, secondo quanto stabilito dall’ultima sentenza del Cga, il Rettore avrà l’obbligo entro 30 giorni “di avviare senza indugio e comunque non oltre il termine indicato in motivazione, le procedure per la ricostituzione degli organi statutari dell’Università“.
Aveva così commentato, lo scorso novembre, lo stesso rettore Giacomo Pignataro in merito alla respinta, da parte del Tar di Catania, del ricorso presentato dalla pro.ssa Febronia Elia: «La sentenza del Tribunale amministrativo ha riconosciuto l’assoluta correttezza del percorso che l’Ateneo ha portato a termine per adeguare il proprio Statuto a tutti i rilievi ministeriali, facendo così cessare i motivi di un contrasto aspro che si era determinato con l’amministrazione statale in seguito al decreto rettorale del 28 novembre 2011 ed al processo di approvazione dello Statuto gestito dalla passata amministrazione. Riconoscendo che ‘non sussiste alcuna illegittima inerzia’, la decisione della giustizia amministrativa pone fine a un contenzioso che ha alimentato la rappresentazione, sia pur marginale, di un Ateneo ‘diviso’. L’azione di governo della nostra Università, svolta, come sempre, nel rispetto delle norme e di una prassi di condivisione delle scelte profondamente partecipata, esce da questa vicenda confermata e rafforzata in modo deciso».
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