L’Università di Catania sta sviluppando un progetto sul riciclo degli scarti di agrumi, per realizzarne altri prodotti, come farine, bibite e tessuti.Sono stati a lungo considerati come rifiuti da gettare via. Si tratta dei resti degli agrumi, detti pastazzi di agrumi, che comprendono tutto ciò che rimane dopo la spremitura, quindi non solo la polpa, ma anche la buccia e i semi, e che sono adesso diventati prodotti da riciclo. Il progetto parte dagli studi dell’Università di Catania ed investe le industrie di trasformazione degli agrumi e i produttori. Secondo tale progetto, dal pastazzo sarebbe possibile derivare farine e prodotti da forno naturali, bevande genuine e tessuti.
A permettere il cambiamento di categoria del pastazzo da rifiuto a prodotto riutilizzabile è stata l’applicazione dell’emendamento al DL Fare, come spiega il coordinatore del progetto, il professore ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali, Salvatore Barbagallo.
“Il progetto – spiega il prof. Barbagallo – poggia su un piano promosso dal Ministro dello Sviluppo Economico che ha reso possibile effettuare applicazioni concrete per il riutilizzo del pastazzo in campo agricolo, ed anche ha permesso l’applicazione di idee progettuali sull’uso del pastazzo ambientale, dopo apposite lavorazioni, per realizzare farine per prodotti da forno, bibite e tessuti. Infatti il pastazzo è ricco di moltissime fibre, per l’appunto agevoli in tali produzioni”.
Il riciclo del pastazzo è anche importante perché i suoi costi di smaltimento sono molto elevati e gravano sui produttori: per smaltire una sola tonnellata ci vorrebbero 30€ e si consideri che l’industria agrumicola siciliana produca l’anno 340 mila tonnella di rimanenze di agrumi l’anno.
Tuttavia, il professore Barbagallo rileva come sia da valutare e continuare ad effettuare ricerche sulla sostenibilità ambientale e igienica per la produzione alimentare, e su un modo che permetta l’abbassamento dei costi di riciclo per la produzione dei tessuti, in modo tale che ne deriverebbe un vantaggio anche per i produttori agricoli e consumatori.
“Prodotti da forno, bibite e tessuti – conclude il coordinatore del progetto – sono i risultati di un lavoro che speriamo possano essere recepiti da una normativa che, nel rispetto della tutela ambientale, possa dare un concreto sostegno economico alle industrie di trasformazione di agrumi e quindi all’intero comparto dell’agrumicoltura siciliana”.