Nelle ultime settimane la bufera sui test di accesso a Medicina è tornata a scuotere gli animi. Dopo il ricorso al Tar del Lazio, che ha permesso l’iscrizione ai corsi a quasi 9000 studenti, ecco che la questione se abolire o meno il test ritorna a far discutere.
Infatti, i parlamentari del M5S in commissione Cultura di Camera e Senato chiedono di rivedere e rimodulare il sistema di accesso ai corsi. La loro proposta di legge depositata alla Camera prevede quanto segue:
“Con la Pdl a prima firma Francesco D’Uva, infatti, proponiamo di introdurre il test d’ingresso, ma solo alla fine del primo anno accademico, la designazione dei posti in base al fabbisogno nazionale e di predisporre un numero di borse per le scuole di specializzazione di area sanitaria pari al numero di laureati in medicina nello stesso anno. Un modello questo che, oltre evitare la stagione dei ricorsi, rende il sistema dei corsi più equilibrato e bilanciato tra domanda e offerta e ostacola la nascita di casi imbarazzanti come quello della sede distaccata ad Enna dell’Università Dunarea de Jos di Galati, vincitrice rispetto ricorso del Miur con una sentenza del tribunale di Caltanissetta, che gli ha concesso il diritto ad aprire i battenti”.