Si aggirando da pochi anni per le vie catanesi durante le festività agatine, sono donne di bianco vestite e velate. Una tradizione nuova ma che ha radici lontanissime, le “‘ntuppatedde” destano ancora molta curiosità tra i veterani della festa
Molti le chiamano “le vergini” ma sono un gruppo, sempre più alto, di performers che, durante i festeggiamenti in onore della martire Agata, vogliono rivendicare la libertà d’essere donne.
Si uniscono ai partecipanti, ballano insieme alle Candelore, spiegano ai curiosi chi erano in origine le ‘ntuppatedde, quando nel lontano ‘800 alle donne, che non godevano di nessuna libertà, veniva concessa una sorta di libera uscita durante i due giorni di festa e, completamente coperte da un velo nero, potevano dedicarsi a un attimo di frivolezza, ballando e gioendo per le vie del centro. Le ‘ntuppatedde oggi non si vestono più di nero, sventolano un fiore rosso simbolo di passione nei confronti della festa e della vita, spronano la donna, con intramontabile voglia, ad essere madri, mogli, figlie libere.
Una ‘ntuppatedda, ci racconta: “le ‘ntuppatedde vogliono stimolare la partecipazione femminile alla festa di Sant’Agata, che pure essendo dedicata ad una donna, è una festa in cui il potere di partecipazione è lasciato quasi esclusivamente agli uomini. I devoti gestiscono candelore e ritmi. Le donne vorrebbero ballare ma hanno paura del giudizio, noi stimoliamo le donne di ogni età a non guardare la festa ma ad esprimersi anche danzando e muovendosi in libertà. Cerchiamo di coinvolgere a danzare con noi o a sorridere specialmente le donne e i bambini”.
Sant’Agata morì per mano di un uomo perché non volle piegarsi al suo volere, perché non cedette alle sue lusinghe. Era il 251 d.C., adesso siamo nel 2016 e il ritorno del messaggio forte delle ‘ntuppatedde ci fa intendere che forse siamo ancora tanto lontani da quella libertà auspicata.
Di seguito un video dedicato al simbolo delle ‘ntuppatedde e delle foto che le ritraggono durante i festeggiamenti.