Un omaggio al Mediterraneo e alla meraviglia delle sue acque al porto di Catania. Il lavoro artistico sui silos sporgenti in mare, cominciato tempo fa e portato a termine da poco dall’artista portoghese Alexandre Farto, in arte Vihls, è stato inaugurato lo scorso 17 dicembre 2015: un vasto murale (30,2 x 64 metri di dimensione, per una superficie totale di 1932,80 m2) su cui è dipinto lo sguardo di un uomo assorto nell’orizzonte, verso la soglia del mare, pronto ad accogliere chiunque giunga presso la città etnea. A commissionare l’opera è stata la Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, il cui presidente Emmanuele Emanuele parla di un dono per tutta la Sicilia stessa.
Gli intensi occhi avrebbero significato universale di “umanità” al di là di ogni diversità tra uomo e uomo: lo sguardo infatti tende ad andare oltre i confini del Mediterraneo, spostandosi verso L’Oriente, la Grecia, la Turchia, l’Egitto, la Siria, la Giordania, Israele. Ma si tratterebbe anche di un ossequio alla civiltà e cultura sviluppatasi presso il Mare Nostrum, della quale si deve riconoscere la grandezza e il valore proprio per la sua capacità di includere ricchezza e bellezza di diversità culturale. Il murales di Vihls inaugura la mostra “Codici Sorgenti” – Visioni Urbane Contemporanee a cura di 999Contemporary – al Palazzo Platamone di Catania, aperta dal 16 Dicembre 2015 al 18 Gennaio 2016 e curata da Stefano S. Antonelli e Francesca Mezzano, e sarà riproposta in seguito anche in Europa. Dedicata al fenomeno di origine americana della Street Art, la mostra è divisa in tre sezioni le quali si occupano rispettivamente della sua origine, dello sviluppo e della sua consacrazione ad arte, riunendo al suo interno opere di una varia gamma di artisti contemporanei.
Il merito di questa esposizione risiede nel recupero delle radici culturali in opposizione alla tendenza globalizzante e monoculturalista del mondo odierno, così come emerge dalle parole del curatore Antonelli: “In un mondo che s’uniforma ogni giorno di più, non potremmo difendere la ricchezza della diversità se non innalzandola a livello di un valore, cioè costituendola come categoria di pensiero. Questi creatori contemporanei incarnano la coscienza e la speranza reattiva a questo processo involutivo, coloro che hanno compreso che il lavoro necessario è quello di mettere in cammino le proprie radici in contesti e formati eterogenei negando loro la possibilità di definire completamente la nostra identità”.