Settembre per i neo-diplomati è un mese di decisioni importanti. La prima tra queste è: lavorare o proseguire gli studi? Per chi dovesse optare per la seconda opzione, i dubbi non finiscono. Infatti, i futuri studenti universitari che sono stati impegnati in questi giorni nei vari test di ammissione, si trovano di fronte ad un ulteriore scelta da fare: facoltà socio-umanistiche o facoltà scientifiche? I dati forniti da Almalaurea sembrerebbero scoraggiare chi volesse proseguire lungo la prima “via”.
Tra le università più “inutili”, in base al tasso di disoccupazione dei laureati ad un anno dal conseguimento del titolo accademico, risultano in primis Giurisprudenza (con il 24%), seguita da Psicologia (con il 18%) e lettere (con il 15%). D’altro canto si sostiene che l’Italia e l’Europa avranno sempre più bisogno di laureati in materie scientifiche. Ma, nonostante ciò, i ragazzi, soprattutto i nostri connazionali, continuano a preferire le facoltà socio-umanistiche. Come mai? Leggendo “ilsole24ore” possiamo trovare alcune risposte: prima di tutto il fattore tempo: facoltà come economia sembrerebbe richiedere minor dispendio di tempo e buoni ritorni economici di facoltà dell’area STEM (dall’acronimo di science, technology, engineering e mathematics). Incidono, sicuramente, anche i retaggi culturali: queste facoltà, considerate “maschili”, scoraggerebbero le ragazze verso questa strada (poco più di un terzo sul totale).
Il giornalista M. Brooks parla di una vera e propria crisi dello STEM. Perché? Perché, è vero che politici ed imprenditori non fanno altro che chiedere laureati in questi settori (ad esempio riporta i dati del 2012 della Royal Academy of Engineering secondo la quale, all’epoca, il Regno Unito avrebbe avuto bisogno di oltre 10.000 laureati nel settore) ma, secondo molti, bisognerebbe formare più menti agili e creative che scienziati. Sempre secondo Brooks, “ la capacità di elaborare, sintetizzare e comunicare informazioni in modo efficiente è l’abilità maggiormente premiante per il futuro”.
Quindi come orientarsi in questa scelta? Magari sarebbe opportuno utilizzare una bussola prima di intraprendere un cammino così importante per valutare con attenzione i diversi bivi che ci si presentano di fronte.
Giada Concetta Cicero