Medicina a Enna, la storia continua. Arrivano ulteriori indiscrezioni sull’apertura del corso di “Medicina e Farmacia”, che ha fatto molto discutere e ha procurato una diffida da parte del Miur.
Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. È quello che abbiamo pensato tutti riflettendo sul caso Medicina a Enna ed è ciò che ha sostenuto anche Aurel Nechita, presidente del corso di Medicina dell’Università di Galati. Il fenomeno degli studenti che, per accedere in questo ambitissimo corso, decidono di trasferirsi in Romania era già noto. Ma, adesso, la porta per il futuro è ad un passo da casa, ad Enna.
E così arrivano ulteriori dettagli. Gli studenti interessati faranno lezione con insegnanti stranieri e, proprio per questo motivo, dovranno anche studiare il rumeno. È previsto un periodo intensivo di lingua che possa preparare adeguatamente gli studenti. Vi sarà poi il test di ammissione e si dovrà possedere un certificato di lingua rumena perché, senza quello, non sarà possibile partecipare.
Secondo i giornali rumeni, il corso di lingua straniera costerà agli studenti 220 euro al mese. Si occuperanno dei corsi 30 insegnanti, provenienti dalla facoltà di Lettere di Galati.
“L’ammissione sarà basata – racconta Dana Tutunaru, professore presso la Facoltà di Medicina – su un test a scelta multipla con 90 domande di Medicina e di Biologia Ambientale. E la pratica si svolgerà in ospedale a Galati, dato che le autopsie sono vietate in Italia”.
Secondo i professori dell’Università di Galati, l’estensione dell’Università rumena in Italia è vantaggiosa perché gli studenti pagheranno 10 volte meno quello che si paga in una facoltà privata italiana e le tasse verranno utilizzare per pagare i servizi e gli stipendi dei docenti.
Gli insegnanti dell’Università rumena parlano di una vera e propria sfida sul territorio italiano. Ma perché aprire un corso di Medicina rumeno in Sicilia?
“La prima ragione è che, essendo una zona relativamente poco attrattiva in Italia, l’afflusso di medici dal Nord alla Sicilia è piuttosto basso. La seconda ragione è che le tasse pagate nelle università italiane sono dieci volte superiori a quelle che noi che percepiamo. E in terzo luogo, in Sicilia c’è un’importante comunità rumena “, ha dichiarato il vicerettore Adrian Lungu.
“Abbiamo meritato tutto ciò e vi mostreremo chi siamo. Abbiamo già organizzato i primi laboratori e le strutture che abbiamo visto sono molte belle”, ha detto Dana Tutunaru, professore presso la Facoltà di Medicina di Galati.