Non è proprio un social network; ma forse sì. Non è proprio una piattaforma in cui minoranze bistrattate e vessate si incontrano per discutere su come migliorare la propria situazione; ma forse in realtà un po’ sì.
Non è facile inquadrare questa nuova ed innovativa esperienza social, non è simile a nulla di ciò che abbiamo visto ma, nonostante questo, tra i volti sorridenti degli utenti di The Shukran ci sentiamo subito a casa.
E’ un social dal volto umano, e questo fa la differenza.
Uno strumento tecnologico per costruire una rete di persone che vogliono cambiare il mondo.
E così che è stato definito. “Shukran” è la parola araba e indiana per dire “Grazie“, ed è proprio uno shukran quello che sostituisce il “Mi piace” di Facebook e la “Stellina” di Twitter. Gli utenti ringraziano l’autore per aver voluto condividere con loro un’esperienza o una conoscenza, o semplicemente un’immagine.
The Shukran, infatti, è un social fotografico, volto alla condivisione di esperienze “di pace”, lasciando da parte polemiche, violenze ed eventuali ghettizzazioni.
La squadra che ha creato The Shukran è multiculturale, sovranazionale e composta da giovani esperti in nuovi media, informatica e relazioni internazionali. Suhair El Qarra è il prototipo della perfetta “Shukranian”: under 30, mamma italiana e padre palestinese, fluente inglese e carriera accademica in giro per il mondo. E’ musulmana ma precisa che The Shukran non è un social network di religione o di fede, sono tutti accolti e la campagna per difendere l’Islam dal fango gettato da media poco etici o rappresentanti politici in cerca di voti è solo uno degli obiettivi degli Shukranian.
Per adesso si tratta di una startup, nonostante la squadra è già ampia e ricca delle competenze più disparate, e punta a diventare il terzo competitor in fatto di social, affiancandosi ai colossi Facebook e Twitter. Sembra sottinteso, dunque, che voglia surclassare tutti gli altri social che ci hanno provato prima: Instagram, Google Plus, Foursquare, Linkedin e così via.
L’interfaccia è un semplice sfondo, modificabile, in cui appaiono foto o video incorniciati in un ottagono arabeggiante; a volte ci sono delle didascalie, in inglese, in italiano o in altre lingue, ma a dette degli stessi sviluppatori non si è voluto dare peso alla lingua usata. Le lingue diverse dividono, mentre di fronte a delle immagini non esistono barriere.
Bandito il termine “amici”, usato invece da Facebook, si potrà scorrere la home composta dalle immagini di tutti gli utenti, seppur è possibile sceglierne alcuni “preferiti” di cui non si vuol perdere nessun aggiornamento.
Sono banditi e moderati i contenuti non appropriati e il linguaggio offensivo. Quello che The Shukran vuole creare è una community di pari che coesistono e condividono in pace ed armonia.
Forse il progetto sembra troppo ambizioso ma è sicuramente qualcosa di mai visto, a noi piace e lo sosteniamo.
Speriamo di vedervi sulla piattaforma.
Shukran.